I morti: differenze tra le versioni

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Raggiunta la camera d'albergo spera che il suo desiderio venga contraccambiato, ma, proprio nel momento di più grande intimità, Gretta, la moglie, gli confessa il motivo della sua tristezza. Una canzone, durante la festa, gli aveva ricordato di un ragazzo conosciuto a Galway, prima di arrivare a Dublino, malato e così innamorato di lei da sfidare la sua stessa malattia, stando sotto la pioggia per incontrarla, proprio prima che lei partisse.
 
Il senso di rabbia che coglie Gabriel si tramuta presto in un senso di sconfitta e mestizia che gli rivela la caduta di ogni sua idealizzazione, il fallimento di se stesso e il senso di mediocrità che lo avvolge. Giunge allora alla consapevolezza che morire presto ma incalzati da una forte passione sia meglio che lasciarsi uccidere dal tempo e dalla vecchiaia. La sua anima si sente infatti già morire, mentre la neve scende stancamente su Dublino, ricoprendo i vivi e i morti, tra i quali, ormai, sembra esserci ben poca differenza.
 
Tuttavia l'ultimo racconto dei quindici totali di "Dubliners" sembra l'unico in cui la presa di coscienza da parte del protagonista fa sperare in quel cambiamento che nei racconti precedenti si presenta come vano proponimento.