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L<nowiki>'</nowiki>'''''explicit''''' (dal [[Lingua latina|latino]] ''explementum'', "compimento") era in origine una delle [[Rubricazione|rubriche]] dei [[codice (filologia)|codici]] medievali. Tali rubriche segnalavano la conclusione dell'opera allo stesso modo in cui gli [[incipit]] ne segnavano l'inizio.
 
Con l'avvento della stampa e la caduta in disuso della tradizione manoscritta, il termine è stato usato per indicare la conclusione di un'opera, specie in versi, o (meno diffusamente) come equivalente di "finale" per le opere in prosa.
 
La conclusione di un romanzo o di un racconto rappresenta il momento più forte di un testo [[narrativa|narrativo]] e serve a liberare dalla tensione che il lettore ha accumulato durante la [[lettura]] e rappresenta quella che da [[Aristotele]] viene definita [[catarsi]].
 
Esistono diverse tipologie di finali: il finale che "allarga la prospettiva" della storia, il finale che "interrompe" la storia, il finale che "rilancia" la storia, il finale che prevede una comprensione finale e quindi una "illuminazione", il finale "a sorpresa", il finale che si basa sul "ribaltamento", quello che non conclude e che si definisce "finale aperto" o quello che termina con un "lieto fine".
 
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