Palazzo Canossa (Verona): differenze tra le versioni

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== Storia ==
 
Costruito su commissione della famiglia dei [[Marchese|marchesi]] di Canossa, una delle famiglie più antiche ed illustri d'Italia, che si stabilisce nel Veronese agli inizi del [[XV secolo]], su progetto di [[Michele Sammicheli]] nel [[1527]], si trova nell'aristocratico [[Corso Cavour (Verona)|Corso Cavour]], poco distante dall'[[Arco dei Gavi]] e da [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]]. Di chiaro impianto manierista, non presenta l'entrata direttamente sulla strada, ma leggermente spostata in dentro, sotto un meraviglioso porticato. Considerata la sua importanza e bellezza venne anche utilizzato per ospitare, nel [[1822]], il celebre [[congresso di Verona (1822)|congresso di Verona]], a cui parteciparono quasi tutti gli stati d'[[Europa]]. Uno dei soffitti del Palazzo era affrescato da [[Gian Battista Tiepolo]], ma è andato perduto durante i bombardamenti che colpirono la città durante la [[Seconda guerra mondiale]].
 
Ospitò importanti figure storiche come lo zar [[Alessandro I di Russia]], l'imperatore [[Francesco I d'Austria]] e [[Napoleone Bonaparte]].
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L'intervento di [[Michele Sanmicheli]] per Palazzo Canossa è contemporaneo a quello compiuto sempre da lui su [[palazzo Bevilacqua]]. La loro presenza determinerà successivamente i nuovi edifici, che emuleranno i palazzi sanmicheliani. [[Michele Sanmicheli|Sanmicheli]] cercò di allineare, mediante la facciata grandiosa del palazzo, i fondali opposti di [[Porta Borsari]] e dell'[[Arco dei Gavi]], per dare un'impostazione scenografica alla via che permane tutt'oggi (è una strada di fascino [[rinascimento|rinascimentale]]), anche se le servitù militari dal [[XVI secolo]] al [[XIX secolo]] non hanno permesso un completamento organico di [[corso Cavour (Verona)|corso Cavour]].
 
I Canossa avevano nel loro palazzo ricche collezione d’opere d'arte, ed avevano chiamato pittori del calibro di [[Paolo Veronese]] e [[Battista del Moro]], e soprattutto un affresco di [[Giambattista Tiepolo]] nel salone della feste del palazzo, l'''Apoteosi di Ercole'', distrutto durante la deflagrazione del ponte di [[Castelvecchio (Verona)|Castelvecchio]] da parte dei tedeschi alla fine della [[seconda guerra mondiale]]. Vennero chiamati anche altri importanti pittori, in particolare [[Marco Marcola]] a creare scene del [[Papà del Gnoco|baccanale del Gnocco]] e di alcune imprese.
 
==Bibliografia==