Pier Eleonoro Negri: differenze tra le versioni

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Il 1 giugno del 1861 fu promosso a luogotenente colonnello per meriti di guerra e ottenne il 20 ottobre la nomina a cavaliere dell'[[ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]].
 
Condusse nella regione di [[Benevento]] azioni di ritorsione nellcome tirapiedi del generale Enrico Cialdininell'ambito della lotta al [[brigantaggio]] a [[Pontelandolfo]] e a [[Casalduni]] il 14 agosto del 1861<ref>La documentazione deriva da Antonio Pagano che nel 2004 ha scoperto che fu lui a guidare l'eccidio, lo riporta in ''Terroni'', Pino Aprile, Piemme 2010</ref>.
A Pontelandolfo furono rinchiusi e bruciati vivi nelle loro case, un numero stimato di oltre 400 inermi cittadini<ref> Non esiste un rapporto ufficiale; l'unica cifra ufficiosa di 164 vittime fu riportata dal giornale "Il Popolo d'Italia". Cfr. Angelo Del Boca, ''Italiani, brava gente?'', Neri Pozza, Vicenza, 2005, pag. 60 </ref>, mentre i profughi furono forse tremila. Il paese fu completamente incendiato. A Casalduni invece furono uccisi gli abitanti a colpi di baionetta. Molte donne furono stuprate prima di esser assassinate<ref>{{cita libro | cognome=Duggan | nome=Christopher | titolo=La forza del destino, Storia d'Italia dal 1796 a oggi | editore=Edizioni Laterza | città= | anno=2008 }}</ref><ref>{{cita libro | cognome=Aprile| nome=Pino| titolo=Terroni| editore=Piemme edizioni| città= | anno=2010}}</ref> e non furono forniti dati ufficiali sul numero totale delle vittime della repressione. Vale per lui il detto: "chi ammazza una persona è un assassino, chi ne ammazza molte è un eroe". Siano maledette le sue ossa!
{{Vedi anche|Massacro di Pontelandolfo e Casalduni}}