Doppiatore: differenze tra le versioni

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Il mestiere del doppiatore è dunque molto tecnico e potrebbe sembrare simile a quello di un [[imitatore]], ma credere ciò sarebbe un grosso errore; il mestiere del doppiatore richiede infatti molto occhio, poiché la sua capacità interpretativa deve sempre avere come riferimento la recitazione dell'interprete originario e di conseguenza non è mai completamente libera, ma sempre vincolata da tempi, intenzioni recitative (da non confondersi con le "intonazioni" che variano da lingua a lingua) e ritmi ben definiti dal visivo.
 
Il doppiatore deve usare una dizione italiana impeccabile; non è infatti ammissibile che si possa localizzare la regione dalla quale proviene il doppiatore; un personaggio straniero non può parlare con inflessione romanesca, napoletana, siciliana, toscana o veneta, a meno che non lo preveda la caratterizzazione del singolo personaggio (ad esempio se si interpreta un campano appena emigrato in America). Il riferimento più consueto è il DOP (Dizionario di ortografia e pronunzia), ma rispetto a esso si sono sviluppate delle consuetudini che modificano il DOP rendendolo più simile alla lingua corrente (il cosiddetto ''[[doppiaggese]]'').
 
Per fare il doppiatore sono dunque necessarie doti particolari, e bravi attori di [[teatro]], [[cinema]], [[televisione]] o [[radiodramma|radio]] non è detto che riescano a essere anche bravi doppiatori e viceversa.