Irrungen, Wirrungen: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
K.Weise (discussione | contributi)
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: standardizzazione nome sezione e modifiche minori
Riga 1:
[[File:Fontane (1888) Irrungen,Wirrungen Foto © H.-P.Haack.jpg|250px|thumb|Frontespizio della prima edizione del romanzo]]
 
'''''Irrungen, Wirrungen''''' è un romanzo di [[Theodor Fontane]], comparso nel [[1888]]. Esso tratta dell'impossibile amore fra il barone ed ufficiale dell'esercito [[prussia]]no Botho von Rienäcker e la piccolo-borghese sartina Magdalene (''Lene''). Entrambi non voglio passare i confini che separano i loro rispettivi ceti sociali e finiscono ciascuno per contrarre matrimonio con un altro ''partner'', con il quale ciascuno di essi vivrà una vita moderatamente felice:
 
{{Quote|La tradizione vale e deve valere, ma che così debba essere, è a volte duro|[[Theodor Fontane]], il [[16 luglio]] [[1887]] a Friedrich Stephany, caporedattore di ''Vossischen''|Die Sitte gilt und muss gelten, aber daß sie’s muß, ist mitunter hart.|lingua=de}}
 
Il titolo del romanzo viene ripreso per bocca del protagonista maschile Botho nel 22º capitolo, al momento in cui, per tagliare ogni ricordo concreto con il passato, eggi getta nel fuoco del camino le lettere scrittegli da ''Lene'' nel breve periodo in cui vissero da innamorati:
 
{{Quote|Tanta felicità, tanto dolore. Errori, conseguenze. L'antica canzone.|Theodor Fontane, ''Irrungen, Wirrungen'', cap. 22º|Viel Freud, Viel Leid. Irrungen, Wirrungen. Das alte Lied.|lingua=de}}
== La vicenda ==
 
La storia si svolge nella [[Berlino]] degli [[anni 1870]], nel periodo che va dalla [[Pentecoste]] del [[1875]] all'estate del [[1878]]. La giovane e giudiziosa Lene vive con l'anziana madre adottiva, ''Frau'' Nimptsch, in una piccola casetta presso un vivaio nelle vicinanze del Giardino zoologico della città. Durante una gita in barca, fa conoscenza con il modano ma spigliato e simpatico barone Botho von Rienäcker, ufficiale dell'esercito [[prussia]]no. Nel corso dell'estate i due simpatizzano. Al contrario di Botho però, che sogna un matrimonio clandestino con la giovane piccolo-borghese al di fuori delle convenzioni sociali, Lene è abbastanza realista da capire che la loro relazione a lungo andare non potrà avere un futuro. Botho frequenta la casa di Lene e simpatizza con la madre adottiva della ragazza e le persone che girano per casa, fra le quali spicca una vicina, matura e "vissuta", la ciarliera ed autoritaria ''Frau Dörr'', la quale fa anche da ''chaperon'' alla coppia durante le loro passeggiate nei dintorni. Dopo numerosi di quest'incontri con Lene, Botho viene invitato a pranzo dallo zio Anton von Osten, di passaggio a Berlino. Questi a tavola gli ricorda il suo precedente impegno a sposare la giovane e ricca cugina Käthe von Sellenthin.
 
Una scampagnata fra sabato e domenica fuori porta, al ''[[Hankels Ablage]]'', segna il punto più alto della relazione fra i due. Tuttavia questa viene interrotta malauguratamente da un gruppetto di conoscenti di Botho: i suoi tre colleghi d'arme Balafré, Serge e Pitt, accompagnati dalle rispettive amanti, soprannominate ''Regina Isabeau'', ''Signorina Margot'' e ''Signorina Johanna''.
 
Il finale dell'escursione, necessariamente conclusasi in compagnia del gruppetto, rende palese alla coppia l'impossibilità di continuare a mantenere alla luce del sole il loro rapporto, a causa della forte diversità di livello sociale che li separa.
 
Una lettera della madre di Botho, che questi riceve pochi giorni dopo, chiude ogni possibilità ai due di continuare la relazione. La lettera annuncia la necessità, per la famiglia del barone, di rimborsare un grosso prestito, cosa che, data la precaria situazione finanziaria della famiglia, risulterebbe impossibile. L'unica speranza che rimane alla famiglia è il matrimonio di Botho con la cugina Käthe von Sellenthin, la cui ricchezza è tale da rendere pressoché irrilevante l'esborso per la copertura del debito scaduto. Il giovane barone quindi si accomiata dall'amata e sposa la cugina. Lene, che aveva fin dall'inizio pronosticato una fine del genere per i loro rapporti, pur con la morte nel cuore, si rassegna e non serba rancore all'amato per la scelta da lui compiuta. Tuttavia, scoprendo che egli, con la sposa, è venuto ad abitare piuttosto vicino a casa sua e che, nel recarsi o nel rientrare dal lavoro, lei rischia d'incontrarli insieme, trasloca e va ad abitare con la madre in un altro quartiere. Il nuovo padrone di casa è un certo Gideon Franke, maturo signore, reduce da un lungo periodo lavorativo negli [[Stati Uniti d'America|Stati Uniti]], con una predilezione particolare per le piccole confessioni religiose: già [[mennoniti|mennonita]], poi [[irvingiani|irvingiano]] ed infine, fondatore lui stesso di una setta confessionale. Gideon frequenta assiduamente le due donne sue inquiline ed inizia una corte discreta ma assidua a Lene, cui non dispiace l'uomo, per il quale prova stima e forse anche affetto, ma non amore. Lene cede infine alle proposte di matrimonio di Gideon, chiarendogli però prima di aver già avuto una relazione con Botho, del quale resta ancora innamorata. Nel frattempo la madre adottiva di Lene, ''Frau'' Nimptsch, sofferente di asma, muore. (Fontane dedica un capitolo del libro al trapasso della povera donna:
Riga 23:
==Il tema dell'amore fra persone di diversa estrazione sociale==
 
Il problema dell'amore che travalica i confini fra i ceti sociali non era nuovo nella letteratura del periodo in cui vide la luce ''Irrungen, Wirrungen''. Già nel [[XVIII secolo]] era emersa una connessione fra la libertà individuale e la libera scelta del partner matrimoniale. Questa realtà sociale però rimase ancora a lungo immutata, così che Botho e Lene rientrano ciascuno nel livello sociale di appartenenza senza ribellarsi alla tacita regola. Alla fine del romanzo, ciascuno di loro accetta il coniuge imposto dalle convenzioni sociali del tempo. Lene si preoccupa per il suo futuro economico e sposa Gideon senza darsi gran pensiero, mentre Botho, bruciando lettere e fiori che sono la testimonianza di un dolce passato, passa al di sopra della sofferenza del ricordo senza grandi patemi.
 
Come Käthe, anche Gideon dà alla moglie la sicurezza finanziaria, ma a differenza della prima, è al corrente della di lei precedente relazione amorosa e consapevolmente non gliene fa una colpa. Tuttavia il legame matrimoniale fra lui e Lene subisce le critiche dei presenti alla cerimonia nuziale, gran parte dei quali ivi presenti casualmente: innanzitutto lei non porta alcuna ghirlanda nuziale, il che significa che viene meno il segno della sua verginità, e di qui i commenti sono salaci ed irridenti. Si sottolinea poi che un uomo con un'età doppia di quella della sposa non può in ogni caso avanzare grandi pretese e lascia intravedere un probabile fallimento del legame. Secondo i commentatori, che deridono anche l'alto colletto indossato dallo sposo,<ref>Gideon portava un colletto bianco, alto, rigido e piuttosto stretto, in uso a quei tempi in tutta Europa, denominato in tedesco ''Vatermörder'', cioè "parricida"!</ref> con il quale secondo loro Gideon potrebbe anche assassinare Lene, qualora i mormorii sul conto di lei si ripetessero anche dopo essersi sposata.
 
== Accoglienza al romanzo ==
Riga 39:
Il nome della cugina Käthe è invece diminutivo di ''Katharina'' ([[Caterina]]), che deriva dal [[lingua greca|greco]] ''katharà'', cioè "pura, schietta", in contrapposizione a Lene, considerata peccatrice per la sua relazione con Botho.
 
I soprannomi delle amanti dei colleghi d'arme di Botho, Balafré, Serge e Pitt, Regina Isabeau (''Königin Isabeau''), Margot e Johanna, presenti solo nel 13º capitolo del romanzo, sono presi dai nomi di alcuni personaggi femminili [[Friedrich Schiller|schilleriani]] da ''[[La Pulzella d'Orléans (dramma)|La Pulzella d'Orléans]]'' (ma ''Königin Isabeau'' potrebbe riferirsi anche alla terza moglie di [[Filippo II di Spagna|Filippo II]], [[Elisabetta di Valois|Isabella di Valois]], come dice esplicitamente Balafré). E Lene viene loro presentata da Botho come [[Agnès Sorel]], che fu l'amante favorita di [[Carlo VII di Francia]]. Così gli stessi colleghi portano soprannomi "storici", come Pitt, presumibilmente riferito allo statista inglese [[William Pitt il Giovane]], che fu [[Primo Ministro del Regno Unito]] tra il [[1793]] ed il [[1801]] e tra il [[1804]] ed il [[1806]], Serge, «…nome di un santo russo e di molti granduchi russi…», come spiega Botho ad un'incuriosita e sospettosa Lene nel 10º capitolo, o irridenti come Balafré, "sfregiato" in [[lingua francese|francese]], termine che notoriamente non si applica a gentiluomini! In effetti Balafré viene definito dallo stesso Botho, nel 23º capitolo, uno che «…spendeva almeno un'ora al giorno in sciocchezze e spacconate».
 
Lo sposo di Lene infine, il "predicatore", si chiama Gideon Franke: Gideon da [[Gedeone (Bibbia)|Gedeone]], il giudice ebraico che dietro sollecitazione di Jahvé liberò Israele dagl'infedeli [[Madianiti]], che opprimevano il Popolo di Dio, e Franke, che significa "libero", libero cioè dalle convenzioni sociali tanto da sfidare la negatività dell'opinione pubblica e sposare una donna molto più giovane di lui, cosa ritenuta dalla gente ridicola e disdicevole, e per di più con alle spalle un'esperienza di amante, giudicata moralmente con molta severità.
 
===Citazioni===
Riga 50:
* 10º capitolo. Lene racconta a Botho di aver assistito ad un dramma intitolato ''La maschera di ferro'', probabilmente l'opera del [[1804]], ''Die eiserne Larve'', dello scrittore svizzero [[Heinrich Zschokke]]
* 14º capitolo. Agitato dopo la lettura della lettera della madre, che gli rammenta la necessità per la famiglia del suo matrimonio con la cugina Käthe, Botho s'immagina di fuggire nella [[Legione straniera francese|Legione Straniera]], portando con sé Lene come ''[[La figlia del reggimento|Figlia del reggimento]]'', alludendo all'omonima opera lirica di [[Gaetano Donizetti]]
* 17º capitolo. Parlando con il marito di tradimenti coniugali, Käthe afferma che ve ne possono essere mille tre e lo si viene a sapere appena: allusione all'aria ''Mille e tre'' cantata da Leporello nel ''[[Don Giovanni (opera)|Don Giovanni]]'' di [[Wolfgang Amadeus Mozart|Mozart]].
* 24º capitolo. Botho si rivolge alla moglie Käthe apostrofandola: «''Käthe, Puppe, liebe Puppe…''» (Käthe, bambola, cara bambola…), un'allusione palese al dramma di [[Henrik Ibsen]], ''[[Casa di bambola]]''
== Edizioni ==
Riga 61:
*trad. Arturo Petronio, ''Le complicazioni della vita'', Milano, Ultra, 1944
*trad. [[Ervino Pocar]], ''La serena rinuncia'', Milano, Rizzoli, 1966; con il titolo ''Errore e passione'', ivi 1982 ISBN 88-17-16885-8
*trad. [[Cesare De Marchi]], ''Amori, errori'', Milano, Mondadori, 1982; Milano, Greco & Greco, 1994 ISBN 88-7980-047-7
*trad. Silvia Bortoli, ''Smarrimenti, disordini'' in: ''Romanzi'', 2 voll., [[I Meridiani]] Mondadori, 2003 ISBN 88-04-51343-8 ISBN 88-04-51344-6
 
Riga 69:
== Critica ==
* {{de}} Martin Lowsky: ''Theodor Fontane: Irrungen, Wirrungen''. Königs Erläuterungen: (Bd. 330). Textanalyse und Interpretation (Bd. 330). C. Bange Verlag, Hollfeld, 2011, ISBN 978-3-8044-1928-5
== Collegamenti esterni ==
* {{de}} [http://gutenberg.spiegel.de/fontane/irrung/irrung.htm Der Text des Romans beim ''Projekt Gutenberg-DE'']
* {{de}} [http://www.deutschestextarchiv.de/fontane/irrungen/1888/ „Irrungen, Wirrungen“ (Digitalisate und Volltext der Erstausgabe 1888) im Deutschen Textarchiv]