Motto: differenze tra le versioni

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Analoghi ai ''motti'' sono i '''gridi di guerra''', costituiti da parole o brevi frasi che esortavano i combattenti in battaglia, e che sono scritti su listelli svolazzanti posti al di sopra dell'elmo o dello scudo.
Il grido di guerra, detto anche grido d'arme, trova la propria origine nei tornei e nelle giostre durante i quali gli araldi pronunciavano il grido di ciascun cavaliere al suo ingresso in campo onde egli fosse riconosciuto. In battaglia lo si usava in segno di raccolta o di incitamento: in Italia SAVOIA, in Francia MONT JOIE, in Spagna SANTIAGO, i primi crociati DIEU LE VOLT. “Questo grido, dice il Ginanni, deve essere un motto conciso in una, due, o tre parole, posto in cima all'arme. Il Ménèstrier divide i gridi dell'arme in otto categorie, cioè di decisione, di risoluzione, di invocazione, di sfida, di combattimento, di esortazione, di gioia, di avvenimento e di raccolta. Il Crollalanza vi aggiunge ancora, molto opportunamente, il grido di protezione, di orgoglio, di amore e quello allusivo all'arme”<ref>(PIERO GUELFI CAMAJANI, Dizionario Araldico, Manuali Hoepli, 1940, p.&nbsp;299)</ref>.
{{vedi anche|Lista di gridi di guerra}}
<!--[[File:Impresa di Arrigo Lee-XVI sec..jpg|thumb|left|300px|Impresa (motto) del cavaliere inglese Arrigo Lee - XVI secolo.]]
[[File:Impresa di Francesco Sforza-1548.jpg|thumb|380px|center|Impresa di Francesco Sforza, capitano generale della cavalleria pontificia (1548).]]-->