Fratelli di Gesù: differenze tra le versioni

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===Il dibattito nei primi secoli===
Il riferimento all’espressione “[[fratelli di Gesù]]” fu utilizzato, a partire dalla seconda metà del IV secolo, in relazione al [[dogma]] della [[Verginità perpetua di Maria|perpetua verginità]] di Maria. Le comunità che svilupparono questa teoria, contrassegnate successivamente come eretiche dai [[Padri della Chiesa]] <ref>Cfr. Sant'Agostino, Maria: "dignitas terrae", Città Nuova, 1988, p. 9</ref><ref>Cfr. David Friedrich Strauss, La vita di Gesù o esame critico della sua storia, F. Sanvito, 1863, pp. 199</ref><ref>Cfr. Francesco Trisoglio, Il Vangelo di Marco alla luce dei Padri della Chiesa, Città Nuova, 2006, p. 84</ref>, sostenevano l’esistenza di veri fratelli carnali di Gesù, quindi figli di Maria.
[[Tertulliano]] fu verosimilmente tra i primi autori a mettere in discussione la [[Verginità perpetua di Maria|perpetua verginità]] di [[Maria, madre di Gesù]], ed è citato da vari autori moderni come un probabile<ref>Roberto Coggi, La beata Vergine. Trattato di mariologia, Edizioni Studio Domenicano, 2004, p.70</ref> o "aperto"<ref>Cfr. Georges Gharib, Testi Mariani del primo millennio: Padri e altri autori greci, Città Nuova, 1988, p.299</ref> sostenitore dell'esistenza dei [[fratelli di Gesù]]<ref>Secondo Tertulliano infatti Maria perse la verginità dopo il parto di Gesù (Cfr. [[Jean Galot]], “Maria la Donna Nell’opera Di Salvezza, Gregorian Biblical BookShop, 1991, p. 165)</ref><ref>Cfr. anche De Carne Christi, XXIII: "et virgo quantum a viro, non virgo quantum a partu"</ref>. Tuttavia dalla traduzione delle sue opere ''Contro Marcione''<ref>Scrive Tertulliano: 6. Veniamo all'argomento controverso circa la nascita del Signore. Lui stesso, dicono [i seguaci di Apelle, che negava la nascita materiale e carnale dell'eone divino Gesù] che non è nato, poiché dice: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? (Mt 12,48) Gli eretici dirigono sempre in tale maniera la nuda e semplice frase nella direzione che vogliono, oppure ancora dissolvono la semplicità con speciali condizioni e ragioni, come in questo passo. 7. Noi al contrario affermiamo in primo luogo che non gli poteva essere annunciato che la madre e i suoi fratelli stavano fuori chiedendo di vederlo se non avesse avuto madre e fratelli, e colui che annunciava il messaggio li conosceva o da lungo tempo o dal momento che desideravano parlare con lui [Gesù]. A questa prima proposizione si può rispondere: E se il messaggio gli fosse stato annunciato per tentarlo? Ma la scrittura non dice questo, e lo specifica quando viene fatto per tentare [Gesù] (ecco il dottore della legge si alzò per tentarlo, e nella questione del tributo [a Cesare], e vennero a lui i farisei per tentarlo), dunque quando non si fa menzione di tentazione non è ammessa l'interpretazione di una tentazione. 8. [..] 10. Dimmi, tutti coloro che sono nati hanno la madre vivente? Tutti coloro che sono nati hanno anche fratelli nati con loro? Non è più verosimile avere padre e sorelle [viventi], piuttosto che nessuno? Ed è noto che un censimento fu fatto in Giudea da Senzio Saturnino, e possono indagare circa la sua [di Gesù] nascita. In nessun modo questo costituisce motivo di tentazione, e veramente la madre e i suoi fratelli stavano fuori (vere mater et fratres eius foris stabant). Rimane da indagare il senso non semplice della frase: Chi sono mia madre e i miei fratelli? [Gesù] sembra negare parentela e nascita, ma a causa della necessità e della condizione [la priorità dettata dal ministero missionario]. 11. Mentre queste persone prossime (proximas personas) stavano fuori, [Gesù] era dentro con degli estranei attenti alle sue parole, e ancor di più cercavano di chiamarlo via da questa solenne opera, e fu comprensibilmente indignato. Non li ha negati, ma trascurati. E dopo aver premesso: Chi sono mia madre e i miei fratelli?, aggiungendo: Quelli che ascoltano le mie parole e le fanno, trasferisce la parentela di sangue (sanguinis nomina) agli altri, che giudica più prossimi a motivo della fede. 12. Nessuno però trasferisce qualcosa da qualcuno se questo non ha ciò che si trasferisce. Se dunque [Gesù] fece sua madre e suoi fratelli quelli che non lo erano, come può aver negato coloro che lo erano? Evidentemente [lo ha fatto] a causa dei meriti [degli estranei che lo ascoltavano], non per negare i parenti prossimi, dato che lui stesso ha detto che chi antepone il padre o la madre alla parola di Dio non è degno di essere discepolo. Per il resto, va riconosciuto ancor più chiaramente [che aveva] madre e fratelli poiché non voleva riconoscerli. 13. Adottando altre persone, confermava coloro che negò perché lo avevano offeso, le quali [altre persone] sostituì non perché più vere ma perché più degne. In definitiva preferì [legami di] fede a [legami di] sangue, i quali [alcuni dicono] che non aveva (Contro Marcione, 4,19,6-13, Cfr. Roberto Reggi, "I fratelli di Gesù", EDB 2010, pp. 162-166163)</ref>, ''La carne di Cristo''<ref>Scrive Tertulliano: 1. Quando si parla della natività [di Gesù] tutti coloro che la rigettano, pregiudicando la verità della carne di Cristo, [lo fanno affermando che] lo stesso Signore volle negare di essere nato, poiché disse: Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli? (Mt 12,48) Che Apelle ascolti la risposta che abbiamo già dato a Marcione nell'opera dedicata al suo vangelo [Contro Marcione], prendendo in considerazione questa argomentazione. 2. In primo luogo, nessuno gli [a Gesù] avrebbe annunciato che sua madre e i suoi fratelli stavano fuori se non fosse stato certo che aveva la madre e i fratelli dei quali gli annunciava, o perché li conosceva da prima o perché li ha conosciuti in quel momento. È per questo che questa eresia ha tolto dal vangelo il riferimento alla ben nota conoscenza di suo padre putativo, l'artigiano Giuseppe, e della madre Maria, e dei fratelli e delle sorelle, da parte di coloro che erano meravigliati della sua dottrina. 3. [Ribattono gli eretici:] Ma gli hanno annunciato la madre e i fratelli, che non aveva, per tentarlo. Ma la scrittura non dice questo, e non tace [l'accenno alla tentazione] le altre volte che è tentato per le sue opere [..] 5. [..] Noi tutti nasciamo, anche se non tutti abbiamo madre o fratelli. 6. [Uno o Gesù?] può avere ancora il padre piuttosto che la madre, degli zii piuttosto che dei fratelli. Dunque non è verosimile la tentazione sulla natività, che può esserci senza che siano nominati madre o fratelli. È più facile che, certi che [Gesù] aveva madre e fratelli, lo abbiano potuto tentare sulla divinità piuttosto che sulla natività, [per vedere] se stando dentro poteva conoscere chi era fuori annunciandogli mendacemente la presenza [di madre e fratelli], mentre non erano presenti. Ma anche così lo stratagemma della tentazione sarebbe vano: 7. Sarebbe potuto succedere che quelli che erano annunciati come stanti fuori, li sapeva [Gesù] essere assenti, o per salute, o per affari, o per viaggi di cui era a conoscenza. Nessuno tenta in tale modo senza che l'onta della tentazione ritorni [sul tentatore]. 8. Non c'è dunque fondamento [all'ipotesi] di tentazione, va ammessa la sincerità dell'annunciatore che [diceva] la madre e i suoi fratelli essere sopraggiunti veramente (vere mater et fratres eius supervenissent). Ma [sentiamo] la risposta secondo la quale Apelle nega la madre e i fratelli: 9. i fratelli non credevano in lui (Gv 7,5), come anche è scritto nel vangelo pubblicato prima di Marcione. Anche la madre non sembra aver aderito a lui, mentre Marta e l'altra Maria lo frequentavano nella sua attività. In questo appare la loro incredulità: quando Gesù insegnava la via della vita, quando predicava il regno, quando operava per guarire infermità e vite, degli stranieri lo seguivano mentre i [parenti] prossimi (proximi) erano assenti. 10. Dunque arrivano e stanno fuori, non entrano, evidentemente non considerando cosa stava facendo dentro, non attendono nemmeno, come se gli dovessero portare qualcosa mentre era massimamente impegnato, ma lo vogliono richiamare da opere tanto importanti. Ti chiedo Apelle, oppure a te, Marcione: se mentre ti stai divertendo a tavola, o con un intrattenitore, o con un auriga, tu fossi richiamato con tale annuncio, forse non diresti: Chi sono mia madre e chi i miei fratelli? 11. Mentre Cristo predicava e mostrava Dio, adempiendo la legge e i profeti, disperdendo tanti secoli di caligine, non era forse opportuna questa risposta per rimproverare l'incredulità di coloro che stavano fuori e per rigettare l'inopportunità di essere richiamato da tale opera? D'altro canto, se avesse voluto negare la sua natività avrebbe scelto un altro luogo, tempo e parole, non [parole] che si possono riferire a colui che ha madre e fratelli. Quando l'indignazione fa negare i parenti (parentes), non li nega ma li rimprovera. 12. Dunque preferì altri indicando la causa della preferenza, cioè coloro che ascoltavano la parola, dimostrando in che senso ha negato madre e fratelli: infatti adottò coloro che aderivano a lui e rinnegò coloro che gli stavano lontani. Cristo metteva in pratica quello che insegnava ad altri. 13. Come sarebbe stato [possibile] infatti che, insegnando a non preferire madre o padre o fratelli alla parola di Dio, abbandonasse [l'insegnamento nella casa] per gli annunciati madre e fratelli? Negò dunque i parenti nel modo che insegnava a negarli a favore dell'opera di Dio. E c'è un altro simbolo: la sinagoga nella madre assente, e i giudei nei fratelli increduli. Fuori, in loro, c'era Israele, invece dentro i nuovi discepoli, che ascoltavano e credevano a aderivano a Cristo, rappresentavano la Chiesa, la quale annunciò essere la madre preferita e i fratelli più degni, ripudiando la generazione carnale [carnali genere]. Con lo stesso senso risponde a loro [alla folla] con l'esclamazione: Mentre diceva questo, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e disse: "Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!". Ma egli disse: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!", Lc 11,27-28, non negando l'utero e il seno materno, ma indicando come benedetti quelli che ascoltano la parola di Dio» (La carne di Cristo 7, Cfr. Roberto Reggi, "I fratelli di Gesù", EDB 2010, pp.162 164-166165)</ref>, ''Sulla monogamia''<ref>Scrive Tertulliano: "1.Tornando ora alla legge propriamente nostra, cioè il vangelo, quali esempi troviamo coi quali possiamo pervenire a leggi? Ecco subito, quasi sulla soglia, si presentano a noi due sacerdotesse della santità cristiana, la monogamia e la continenza. Una modesta, nel sacerdote Zaccaria, una intatta, in Giovanni il precursore; una apprezzante Dio, una predicante Cristo; una predicante un sacerdote integro, una mostrante [una persona che è] più di un profeta, cioè colui che non ha soltanto predicato o indicato ma anche battezzato Cristo. 2. Chi infatti era più degno di iniziare [col battesimo] il corpo del Signore che una carne [il Battista] simile a quella [di Maria] che lo concepì e partorì? E Cristo fu partorito da una vergine, la quale doveva sposarsi una sola volta dopo il parto, affinché entrambi i titoli di santità [continenza e monogamia] fossero adempiuti, con la nascita di Cristo, con una madre, vergine e sposata a un solo uomo" (Sulla monogamia 8,1-2, Cfr. Roberto Reggi, "I fratelli di Gesù", EDB 2010, ppp.162-166 165)</ref>, ''Sulla velazione delle vergini''<ref>Scrive Tertulliano: «1. Vediamo ora se l'apostolo [Paolo] mantiene il significato che questo vocabolo [donna] ha nella Genesi, riferito al genere sessuale [e non alla condizione coniugale], cosicché la vergine Maria sia chiamata donna [mulier] come anche Eva nella Genesi. Scrive ai Galati: Dio inviò il suo figlio, nato da una donna (Gal 4,4), la quale è considerata vergine, sebbene Ebion dissenta. 2. So anche che l'angelo Gabriele fu inviato a una vergine, ma quando la benedice non la include tra le vergini: Benedetta tu tra le donne (Lc 1,28). L'angelo sapeva bene che 'donna' è anche detto 'vergine'. 3. Ma contro questi due [argomenti] ce n'è uno che appare ingegnoso: Maria è fidanzata, per questo è detta 'donna' dall'angelo e dall'apostolo, dato che 'fidanzata' è in qualche modo 'sposata'. Però tra 'in qualche modo' [quodammodo] e 'veramente' [verum] c'è differenza, almeno in questo passo (infatti in altri casi può essere ragionevolmente così [la stessa cosa]). 4. Ora, non è quando era già sposata che Maria è detta 'donna', ma da principio, quando era ancora non sposa, lo è detta. Questo [titolo] infatti ha una qualità [l'indicazione della femminilità] dalla quale deriva la forma [l'attribuzione del titolo]. 5. Quanto al resto circa questo passo, se qui Maria è uguagliata a 'fidanzata' ed è chiamata 'donna' non perché femmina ma perché sposata, allora Cristo non è nato da una vergine, cioè da una 'fidanzata', perché questo nome [donna] fa cessare la verginità. Ma se è nato da una vergine, cioè una fidanzata integra [nella verginità], riconosci che 'donna' è anche [usato per] 'vergine', integra. 6. Non si può certamente vedere niente di profetico quando l'apostolo dice nato da donna, in quanto [Maria era una] futura donna sposata. Non poteva infatti chiamare [Maria] futura donna [sposata], poiché non aveva patito da uno sposo dal quale Cristo poteva nascere. Ma [Paolo] l'ha chiamata come era in quel momento, vergine [quanto alla generazione di Gesù] e donna [quando al genere femminile]» (Sulla velazione delle vergini, 6, Cfr. Roberto Reggi, "I fratelli di Gesù", EDB 2010, ppp.162- 166)</ref>, non si ravvisano espliciti riferimenti ai [[fratelli di Gesù]] intesi come figli di Maria, il che lascia pensare che la diatriba non sorse prima della seconda metà del IV secolo.
Tra le prime predicazioni che confutavano la verginità di Maria attribuendogli altri figli, appunto fratelli di [[Gesù]], si ricorda infatti quella di [[Eunomio]], vescovo di [[Cizico]] ed uno dei principali esponenti dell’[[arianesimo]] che, nel [[360]]<ref>Filostorgio, ''Storia ecclesiastica'', v.3.</ref>, riconosceva a Gesù fratelli e sorelle carnali incontrando la confutazione teologica di [[San Basilio]] prima e di [[sant’Epifanio]] dopo<ref>Cfr. [[Jean Galot]], “Maria la Donna Nell’opera Di Salvezza, Gregorian Biblical BookShop, 1991, p. 182</ref>.
Altro esponente vicino all’[[arianesimo]]<ref>Cfr. Giulia Sfameni Gasparro, La coppia nei Padri, Paoline, 1991, p. 287</ref> che sostenne la tesi dei [[fratelli di Gesù]] fu [[Elvidio]], classificato tra gli [[eretici]] da [[Sant’Agostino]]<ref>Cfr. Agostino da Ippona, De Haeresibus, 82 e 84, PL 42, 45-46</ref>, la cui predicazione, partendo dall’assunto che Maria aveva avuto parecchi figli, intendeva dimostrare che la verginità non è superiore al matrimonio, e che quindi Maria andrebbe lodata anche come “madre di famiglia esemplare”<ref>Cfr. [[Jean Galot]], “Maria la Donna Nell’opera Di Salvezza, Gregorian Biblical BookShop, 1991, p. 182</ref>. La confutazione delle tesi di [[Elvidio]] avvenne, tra gli altri, ad opera di [[San Girolamo]]<ref>Cfr. San Girolamo, Adversum Haelvidium, PL 23, 183-206</ref>.