Walter Binni: differenze tra le versioni

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===Gli ultimi anni===
Nel [[1983]], al compimento del settantesimo anno di età, venne collocato "fuori ruolo" fino al [[1988]]; nel [[1989]], a conclusione definitiva del suo percorso accademico, fu nominato "professore emerito". Nel 1983 la città di Genova gli conferì la [[cittadinanza]] onoraria]], e l'anno successivo la [[Regione Umbria]] pubblicò un volume in cui Binni raccolse i suoi scritti "perugini ed umbri", ''La tramontana a Porta Sole'', testimonianza del suo profondo legame con Perugia e con Capitini. Nel [[1987]] tenne una serie di conferenze, a [[Napoli]] e in Umbria (Perugia, [[Terni]], [[Città di Castello]]) sulla ''[[La ginestra|Ginestra]]'' di Leopardi, insistendo sul valore del suo messaggio filosofico, poetico e politico. Dopo il [[1989]] seguì con attenzione la crisi del PCI, convinto che il crollo del "[[socialismo reale]]" dei paesi dell'Est Europa fosse un'opportunità di liberazione del "[[comunismo]]" dallo [[stalinismo]] e dalle sue conseguenze nefaste; nel [[1994]] si iscrisse a [[Rifondazione Comunista]], anche come scelta di opposizione alla destra di [[Silvio Berlusconi]], vincitore delle [[elezioni politiche italiane del 1994|elezioni]].
 
Colpito da un [[edema polmonare]] nell'estate del [[1990]], negli anni successivi i postumi della malattia gli imposero un regime di vita fortemente limitato. Nel [[1992]] lasciò la direzione della «Rassegna della letteratura italiana», che affidò a un comitato di direzione composto da ex allievi e collaboratori delle Università di Genova, Firenze e Roma (Franco Croce, Giovanni Ponte, Enrico Ghidetti, [[Giorgio Luti]], [[Giulio Ferroni]], [[Gennaro Savarese]]). Nel [[1993]] raccolse gli scritti di metodologia nel volume ''Poetica, critica e storia letteraria, e altri saggi di metodologia'', pubblicò in ''Lezioni leopardiane'' (1994) i corsi leopardiani degli anni 1964-1967, una nuova edizione degli ''Studi alfieriani'' ([[1995]]), ''Metodo e poesia di Ludovico Ariosto e altri studi ariosteschi'' ([[1996]]). In questi ultimi anni, con l'aiuto della moglie Elena, da sempre sua stretta collaboratrice, iniziò a mettere ordine nel suo archivio personale, selezionando in particolare 106 "corrispondenti scelti", e predispose la donazione della sua biblioteca alla Regione Umbria perché fosse collocata nella [[Biblioteca Augusta]] del Comune di Perugia<ref>La biblioteca di Binni, donata nel 1997 per volontà dello studioso alla Regione Umbria, dal [[2001]] è collocata presso la Biblioteca comunale Augusta di Perugia: comprende circa 15.000 volumi; inventariata e consultabile, è in fase di catalogazione. L'archivio di Binni è depositato dal [[2009]] presso l'Archivio di Stato di Perugia. Dal [[2012]] è [http://www.archiviodistatoperugia.it/inventari?phrase=ASPGST1700007&core=inventari&ricerca=idFather&filter=walter-binni-corrispondenti-scelti&filterfield=sezione consultabile on-line] la sezione delle lettere dei "corrispondenti scelti", di particolare interesse storico e letterario.</ref>; nel [[febbraio]] [[1997]] inviò all'[[Archivio di Stato (Italia)|Archivio di PerugiaStato]] di Perugia le oltre 700 lettere ricevute da Capitini tra 1931 e 1968. Nello stesso mese, in un'importante intervista a «[[L'Unità]]», ''Questa lotta tra vecchio e nuovo'' ([[2 febbraio]]), tracciò, da leopardiano persuaso, un lucidissimo e amarissimo bilancio dell'attuale situazione italiana, ed è dedicato a Leopardi il suo ultimo testo, scritto nella clinica romana dove venne ricoverato nel [[novembre]] 1997, e inviato al Comitato nazionale per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Leopardi, di cui Binni era presidente. Morì il [[27 novembre]], lasciando sul tavolo di lavoro della sua abitazione romana un testo autobiografico, ''Perugia nella mia vita. Quasi un racconto'' (pubblicato dai familiari nel [[1998]]), un bilancio esistenziale chiuso il [[4 novembre]] 1997, nell'anniversario della morte della madre.
 
==Il metodo storico-critico==