Stigma diaboli: differenze tra le versioni

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Per verificare la peresenza dello stigma diaboli venivano ingaggiati professionisti che esaminavano a fondo ogni parte del corpo dell’imputata alla ricerca di elementi (per esempio [[Amuleto|talismani]]) di cui ella si sarebbe munita per rendersi insensibile al dolore degli eventuali ''[[tortura|tormenti]]'' ai quali poteva essere sottoposta durante gli interrogatori. Un sistema era quello di trafiggere ogni singola parte del corpo con uno spillone, al fine di trovare una zona insensibile al dolore. Il rinvenimento di tale zona costituiva un prova sufficiente ad emettere un verdetto di colpevolezza.
 
Altri metodi consistevano nell’identificare la presenza di mammelle addizionali (anch'esse considerate sospette perché con esse la "strega" avrebbe allattato dèmoni) o del cosidetto "occhio del Diavolo" che consisteva in un particolare neo situatato nella parte interna della coscia, o ancora e nell’accertamento della capacità di stare a galla. Secondo [[Plinio il vecchio]] le streghe galleggiavano sull'acqua per cui la persona imputata veniva immersa in un fiume o in uno stagno per dieci o quindici minuti, con la mano destra legata al piede sinistro<ref>[http://www.bibrax.org/europa_arcaica/spiritualita_e_magia/streghe_prove.htm Associazione culturale celtica: La tortura delle streghe]</ref>: se tendeva a rimanere a galla era considerata colpevole, se viceversa tendeva ad affondare era dichiarata innocente.
 
Una descrizione delle varie forme che il marchio poteva assumere e della procedura per la sua individuazione si trova nel capitolo undicesimo della ''Prattica di proceder'' di [[Deodato Scaglia]] (1637)<ref> [http://books.google.it/books?id=CsytozeGxBQC&pg=PA147&dq=%22marchio+del+diavolo%22&hl=it&sa=X&ei=C-LyUJHzF83XsgbI-YDwDA&ved=0CGAQ6AEwCA#v=onepage&q=%22marchio%20del%20diavolo%22&f=false John A. Tedeschi, ''Il giudice e l'eretico: studi sull'Inquisizione romana'', Milano, Vita e pensiero, 1997]</ref>