Occupazione tedesca della Cecoslovacchia: differenze tra le versioni

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== Il primo arbitrato di Vienna ==
{{vedi anche|Primo arbitrato di Vienna}}
All'inizio del [[novembre]] [[1938]], con il primo [[Arbitrati diprimo Vienna|arbitrato di Vienna]], che fu una conseguenza degli Accordi di Monaco, la [[Cecoslovacchia]] (e in seguito la [[Slovacchia]]), dopo che non furono riuscite a giungere ad un compromesso con Ungheria e Polonia, furono obbligate da Germania e Italia a cedere la Slovacchia meridionale (un terzo del territorio slovacco) all'Ungheria, e la Polonia, poco dopo, ottenne alcuni piccoli territori.
 
Di conseguenza, [[Boemia]] e [[Moravia]] persero circa il 38% della loro area a favore della Germania, con circa 3,2 milioni di abitanti tedeschi e 750.000 cechi. L'Ungheria, ricevette 11.882 [[km²]] della Slovacchia meridionale e della [[Rutenia]] meridionale; secondo un [[censimento]] del [[1941]], circa l'86,5% della popolazione di questi territori era ungherese. La Polonia acquisì la città di [[Český Těšín]] con l'area circostante (circa 960 km², con 250.000 abitanti, principalmente polacchi) e due piccole aree di confine della Slovacchia del nord, più precisamente nelle regioni di [[Spiš]] e di [[Orava]]. (226 km², 4.280 abitanti, solo per lo 0,3% polacchi).
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[[Edvard Beneš]] si era dimesso da [[Presidente della Cecoslovacchia]] il [[5 ottobre]] [[1938]], dopo il colpo di stato nazista. A [[Londra]], egli ad altri esiliati cecoslovacchi, organizzarono un [[governo in esilio]], e negoziarono per ottenere il riconoscimento internazionale per il governo, e l'abrogazione degli [[Accordi di Monaco]] e delle loro conseguenze. Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale, fu costituito in Francia un Comitato Nazionale, che sotto la presidenza di Beneš cercò il riconoscimento internazionale come [[governo cecoslovacco in esilio]]. Questo tentativo condusse a qualche piccolo successo, come il trattato franco-cecoslovacco del [[2 ottobre]] [[1939]], che permetteva la ricostituzione dell'esercito cecoslovacco in territorio francese, ma il riconoscimento non fu raggiunto. L'esercito cecoslovacco in Francia fu poi costituito il [[24 gennaio]] [[1940]] e le unità della I Divisione Fanteria presero parte nelle ultime battute della [[Campagna di Francia]].
 
Beneš sperava per la restaurazione dello stato cecoslovacco [[Prima Repubblica cecoslovacca|nella sua forma precedente agli Accordi di Monaco]]. Il governo in esilio, con Beneš come Presidente della Repubblica, fu istituito nel [[giugno]] [[1940]] nel [[Regno Unito]], ad [[Aston Abbotts]], e il [[18 luglio]] 1940 fu riconosciuto dal governo inglese. In seguito, l'[[URSS]] (nell'estate del [[1941]]) e gli [[USA]] (nell'inverno) riconobbero il governo in esilio. Nel [[1942]] il ripudio da parte degli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] degli Accordi di Monaco stabilì la continuità politica e legale della [[Prima Repubblica cecoslovacca]] e il riconoscimento [[de iure]] della presidenza [[de facto]] di Beneš. Il successo dell'[[Operazione Anthropoid]], che causò il [[27 maggio]] l'assassinio di alcuni dei principali uomini di Hitler, influenzò gli Alleati nel rifiuto degli Accordi di Monaco.
 
Gli Accordi di Monaco erano stati precipitati dalle attività sovversive dei [[tedeschi dei Sudeti]]. Durante gli ultimi anni di guerra, Beneš lavorò per la risoluzione dei problemi della minoranza tedesca e ricevette il consenso degli Alleati per una soluzione basata sul trasferimento, dopo la guerra, della popolazione tedesca dei [[Sudeti]]. La Prima Repubblica si era basata su una politica occidentale, in materia di affari esteri, e gli Accordi di Monaco ne furono il risultati. Beneš cercò di rafforzare la sicurezza cecoslovacca contro una futura aggressione tedesca tramite alleanze con la [[Polonia]] e l'URSS; quest'ultima, tuttavia, non fu d'accordo ad un'intesa tripartita cecoslovacco-polacco-sovietica. Nel [[dicembre]] [[1943]] il governo di Beneš concluse un trattato solo con i sovietici.
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Nel maggio 1945, le truppe cecoslovacche presero possesso dei Sudeti. Fu istituita una commissione amministrativa cecoslovacca composta esclusivamente da cechi. I tedeschi dei Sudeti furono soggetti a misure restrittive e furono destinati a lavori obbligatori e, in alcune aree, ad indossare una ''N'' bianca (che stava per Němec, cioè "tedesco" in [[lingua ceca]]) sui vestiti. Il periodo dopo la guerra fu caratterizzato da atti individuali di crimini di guerra contro i tedeschi, come stupri e assassinii, oltre che espulsioni precipitose. Il [[15 giugno]], tuttavia, Beneš richiamò le autorità cecoslovacche all'ordine. Nel mese di luglio, i rappresentanti cecoslovacchi si appellarono alla [[Conferenza di Potsdam]] ([[Stati Uniti]], [[Regno Unito]] e [[Unione Sovietica]]) e presentarono i progetti per un "trasferimento umano e ordinato" della popolazione dei tedeschi dei Sudeti. In verità, il "trasferimento" causò una [[pulizia etnica]] di larga scala, e non fu condotto in condizioni umane e con ordine, ma con un picco di brutalità che portò a torture e [[genocidio]] di tedeschi<ref name="Zayas">de Zayas, Alfred-Maurice: A Terrible Revenge: The Ethnic Cleansing of the Eastern European Germans 1944-1950, New York: St. Martin's Press, 1994 </ref>
 
La pulizia etnica di 14 milioni di tedeschi dell'[[Europa orientale]] fu organizzata dagli [[Alleati della seconda guerra mondiale|Alleati]] alla [[Conferenza di Potsdam]] e causò il [[genocidio]] di 2 milioni di civili tedeschi, in gran parte madri, bambini e anziani<ref name="Trier"/>.
 
La [[pulizia etnica]] e i [[pogrom]] contro i tedeschi, senza riguardo alle loro colpe personali, iniziarono nel [[maggio]] [[1945]]. Al [[31 dicembre]] [[1946]], 1,7 milioni di tedeschi erano stati deportati verso la zona americana e 750.000 verso la zona sovietica, e molti di essi furono torturati. Un numero sconosciuto fu giustiziato come al [[massacro di Postelberg]], il [[massacro di Aussig]] e la [[marcia della morte di Brünn]]; l'ex Commissario [[ONU]] per i diritti umani, Prof. Alfred de Zayas, stima che il numero dei civili tedeschi uccisi dai partigiani cechi e dall'[[Armata Rossa]] fu 300.000 <ref name="Zayas"/>. Molti di questi crimini non furono di "vendetta spontanea", ma furono azioni calcolate e pianificate dal governo di [[Edvard Beneš]]<ref name="Zayas"/>