Neoclassicismo (musica): differenze tra le versioni

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In un importante documento del [[1920]], [[Ferruccio Busoni]] aveva definito così la sua idea di neoclassicismo:
{{quote|Per nuova classicità intendo il dominio il vaglio e lo sfruttamento di tutte le conquiste ed esperienze precedenti: il raccoglierle in forme solide e belle. [...] Intendo che musica è in sè e per sè musica, e null'altro. [...] Un terzo elemento, non meno importante, è il rinnegamento della sensualità e la rinuncia al soggettivismo (la via verso - il ritrovarsi dell'autore di fronte all'opera - una via di purificazione, un cammino duro, una prova dell'acqua e del fuoco), la riconquista della serenità: non la smorfia di Beethoven e neppure il 'riso liberatore' di Zarathustra, ma il sorriso del saggio, della divinità: msuciamusica assoluta. Non profondità e sentimento e metafisica; ma musica al cento per cento, distillata, non mai nascosta sotto la maschera di figure e concetti presi a prestito da altri campi.<ref>Lettera a [[Paul Bekker]], cit. in [[Guido Salvetti]], ''La nascita del Novecento'', Torino, EdT, 1977, p. 141</ref>}}
 
==Realizzazione==