Roberto d'Oderisio: differenze tra le versioni

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Roberto di Odorisio risulta infine documentato il 1º febbraio [[1382]], quando re [[Carlo III di Napoli|Carlo III di Durazzo]] lo nomina (o lo conferma<ref>F. Bologna, 1969</ref>) suo familiare ospite nella reggia e proto pittore di corte (''et de regio hospitio et in magistrum pictorem regium'') con lo stipendio di trenta once annue. Probabilmente morì negli anni ottanta del secolo.
 
Lo studioso di [[Minturno]] Antonio Pertruccelli, nel suo libro “Roberto d’Oderisio- Ricostruzione storico artistica del Magistro formatosi alla Scuola di Giotto alla Corte Angioina di Napoli nel XIV secolo” è riuscito a colmare il vuoto dell’ultimo periodo di vita del pittore napoletano, grazie anche ad un rogito contenuto nel Codex Diplomaticus Cajetanus, la Pergamena di proprietà Tatta, Carta DXV Bis, 1368 (sic ma 1365).
 
Nel documento emerge che, al Magistro Roberto da Napoli viene commissionato il decoro in affresco della tribuna e contro tribuna della chiesa di S.Angelo in Itri, voluta dai primiceri e dalla regina di Napoli Giovanna I D’Angiò.
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Il Petruccelli sostiene che il Magistro Roberto da Napoli è un capo bottega e che abbia operato nelle chiese dei feudi della Contea di Fondi, al servizio dei Caetani di Anagni.
 
Attraverso lo studio del contesto storico-artistico e nei confronti iconografici stilistici, lo studioso minturnese rileva che gli stilemi d’Oderisio della tavola della Crocifissione di Eboli, si ripropongono nell’affresco trecentesco della Crocifissione del registro superiore collocato sulla controfacciata della Colleggiata di San Michele Arcangelo di Itri e nelle chiese del feudo di [[Traetto]], ovvero negli affreschi trecenteschi della Cattedrale di S.Pietro Apostolo, della chiesa di S.Francesco e nella chiesa dell’Annunziata.
 
==Note==