Rimozione: differenze tra le versioni

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Al concetto di rimozione si collega quello di [[Resistenza (psicologia)|resistenza]], un ulteriore meccanismo psichico che impedisce ai contenuti una volta rimossi di tornare nuovamente coscienti. Scopo della [[psicoanalisi]] secondo Freud è quello di diminuire la forza di queste resistenze e permettere all'Io di tornare in possesso del materiale rimosso, in modo da porre termine alla sua funzione patogena.
 
La rimozione può riguardare sia un fatto vissuto, che un pensiero o istinto. In contenuto rimosso non tende spontaneamente a manifestarsi o non ha l'energia psichica per farlo, per cui spesso la rimozione è priva di conseguenze. </br>
E' necessario un secondo fatto o volontà:</br>
*1) apparentemente "innocuo" per il Super-Io, e che quindi non vine rimosso a sua volta
*2) associabile al contenuto inconscio per vicinanza nello spazio, nel tempo o per somiglianza, ugualmente a come la mente opera per associare contenuti che restano entrambi coscienti. </br>
Il nuovo elemento "risveglia" il materiale rimosso che spinge per manifestarsi a livello cosciente, e l'Io media fra un questo e la resistenza del Super-Io: ne risulta un appagamento tramite compensazione che permette al materiale rimosso di manifestarsi ma in forme diverse dal suo contenuto, vale a dire più distorte e lontane.
 
Ciò accade nel sintomo nevrotico, ma anche in persone "sane" e "normali" attraverso i sogni, o nella ''nevrosi creativa''. Nel sogno, si rilassa la muscolatura segno che si rallentano le resistenze del Super-Io, per cui il rimosso nell'inconscio ha l'opportunità di manifestarsi, e di farlo in modo più "soddisfacente" tramite forme più vicine al suo vero contenuto. Quando </br>
 
Via via che la psicoanalisi si avvicina con l'associazione libera al contenuto rimossso, a farlo ritornare a livello cosciente, la resistenza del paziente si fà più forte.
 
Per [[Carl Gustav Jung|Jung]] tuttavia i contenuti che riguardano la rimozione a differenza di [[Sigmund Freud|Freud]] non hanno una valenza solo personale ma anche storico-sociale. Da qui Jung è stato costretto a postulare un [[inconscio collettivo]] con i suoi [[archetipi]] propri della specie oltre all'[[inconscio personale]] con i suoi complessi personali teorizzato dal fondatore della psicoanalisi.