Sopravvivere coi lupi (romanzo): differenze tra le versioni
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
m ortografia |
m Bot: dà 3ª persona singolare del verbo dare e modifiche minori |
||
Riga 2:
{{Libro
|tipo =
|titolo = Sopravvivere coi lupi
|titoloorig =Misha: A Mémoire of the Holocaust Years
|titolialt = Survivre avec les loups
|titoloalfa =
|immagine =
Riga 25:
}}
'''''Sopravvivere coi lupi''''' è un libro falsamente autobiografico scritto da [[Misha Defonseca]], una donna ebrea.
== Trama ==
Misha o Minshke è una bambina di sette anni che viveva insieme ai suoi genitori in Belgio, fino a quando arrivarono i nazisti che li arrestarono. L'unico giorno in cui suo padre doveva andarla a prendere a scuola, lui non ci è andato perché i suoi genitori sono stati arrestati; sua madre che ha preveduto tutto questo, tutti i giorni la raccomanda dicendo che se qualcuno la veniva a prendere di non opporsi. Ma i genitori, prevedendo quella fine, decidono di salvarla affidandola ad una famiglia cattolica: i De Wael. Il giorno che i Wael hanno mandato a prendere Minshke a scuola da una signora in nero, con l’autobus sono passate davanti a casa della bambina e da lì provengono urla e spari. Minshke pensava che mamma e papà stessero litigando. La famiglia Wael coglieva ogni occasione per deriderla, umiliarla e privarla di ogni bene. Le mutarono il nome in Monique Valle, la mandavano spesso alla fattoria del nonno, che in realtà era lo zio di Monsieur De Wael, figlio legittimo della coppia. Il nonno e sua moglie Marthe erano due persone fantastiche: riuscivano a darle tutto l’affetto che le mancava e a farla sorridere. Inoltre il nonno le fa vedere le cartine dell’Europa, le dice che i suoi genitori erano all’est, le regala qualche vestito pesante e una piccola bussola che Minshke si porta sempre dietro da quel giorno. Ma questo non la rende veramente felice: lei voleva rivedere i suoi genitori. Così una notte prese un tascapane nel quale mise del pane, formaggio, qualche indumento pesante, la bussola e un coltello. Scappò dirigendosi verso est. Si avventura nei boschi e si abitua ad una vita selvaggia: mangiava quello che trovava, non si lavava mai, beveva dai fiumiciattoli o dalle pozze, e dormiva su un soffice letto di aghi di pino. E’ talmente selvaggia che quando si avvicina ai villaggi cerca di derubare solo le case di campagna e di notte per evitare qualsiasi contatto con l’uomo, se qualcuno le chiede qualcosa lei non risponde e non lo guarda negli occhi. L’unica compagnia su cui può contare sono i lupi. Un giorno nel bosco incontra una lupa ed un lupo, che chiama Rita e Ita. Inizia, quindi, a stringere amicizia ed a imparare a comportarsi esattamente come loro finché un cacciatore li uccise: per Mishke questo è stato un duro colpo, perché è come se fosse rimasta orfana per la seconda volta. Questo è il fatto che la porta ad odiare gli uomini. Continuò il lungo cammino fino a che viene catturata da un gruppo di polacchi che la fanno partecipe a scene di violenza verso alcuni soldati tedeschi. Scappa, segue un gruppo di ebrei che vengono condotti in un campo di concentramento e arrivati lei non entra dalla porta principale, ma da una fessura sotto le mura, per poter cercare i genitori e poi scappare con loro. Ma non trova altro che miseria, fame e disperazione. Il buco è stato murato e
Ormai cresciuta, Misha va a lavorare in Africa come insegnante. Tutti i ragazzi la apprezzano per come racconta la sua storia. Dopo essersi sposata va a vivere in America dove scrive questo libro. Capisce che è sopravvissuta per vari motivi: la speranza di ritrovare i suoi genitori, la fortuna, la volontà di sopravvivere e riuscendo spesso a non farsi riconoscere.
Riga 49:
[[jv:Misha: A Mémoire of the Holocaust Years]]
[[zh:與狼共存 (小說)]]
[[Categoria:
[[Categoria:Romanzi di guerra]]
|