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'''Sir James Hudson''' (2 Gennaio 1810 - 20 Settembre 1885) era un diplomatico inglese. È stato Ministro di Sua Maestà Britannica a Torino dal 1852 al 1863 e protagonista della diplomazia europea nel Risorgimento.
|Titolo = Sir
|Nome = James
|Cognome = Hudson
|Sesso = M
|LuogoNascita = Londra
|GiornoMeseNascita = 2 Gennaio
|AnnoNascita = 1810
|LuogoMorte = Strasburgo
|GiornoMeseMorte = 20 Settembre
|AnnoMorte = 1885
|Attività = diplomatico
|Nazionalità = inglese
|PostNazionalità =
|Immagine = Sir_James_Hudson.jpeg
[[File:Sir_James_Hudson.jpeg|thumb|uprightDidascalia =1.3| Caricatura pubblicata su ''[[Vanity Fair]]'' nel [[1874.]]
'''Sir James Hudson''' (2 Gennaio 1810 - 20 Settembre 1885) era un diplomatico inglese.}} È stato Ministro di Sua Maestà Britannica a [[Torino]] dal [[1852]] al [[1863]] e protagonista della diplomazia europea nel Risorgimento.
 
== Biografia ==
[[File:Sir_James_Hudson.jpeg|thumb|upright=1.3|Caricatura pubblicata su Vanity Fair nel 1874.]]
 
 
==Biografia==
James Hudson nacque il 2 gennaio del 1810 e fu battezzato il 1° giugno dello stesso anno nella chiesa di St. Marylebone a Londra. Era un figlio cadetto di Harrington Hudson di Bessingby e di lady Anne Townshend. Alcuni sostengono che fosse invece un figlio illegittimo del principe di Galles, il futuro re Giorgio IV.<ref> SAR il Principe Giorgio di Hannover, Principe di Galles (1762-1830), Principe Reggente dal 1811 e poi Re Giorgio IV, dal 1820. </ref>
 
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Sir James morì il 20 settembre 1885 di un cancro alla lingua nell’Hotel d’Angleterre a Strasburgo. Alla sua morte i suoi grandi amici Cavour, d'Azeglio, Ricasoli erano già tutti scomparsi, e a ricordarlo fu un semplice necrologio del ''Times''. Il suo corpo fu riportato in Italia e, secondo il Dictionary of National Biography, pare sia stato sepolto a Firenze. Diversi anni più tardi a Torino, sulla facciata del palazzo che ospitò per qualche tempo la legazione inglese, fu scoperta una lapide a ricordo di Hudson.
 
== La carriera diplomatica ==
 
[[Henry John Temple, III visconte Palmerston]], leader del partito liberare dei Whig, ebbe una grande importanza nello sviluppo della carriera diplomatica di Hudson dal 1830 fino al 1860. All’inizio del suo secondo periodo come ministro degli esteri, lord Palmerston inviò Hudson in una missione segreta in Circassia, nel nord del Caucaso. Lo scopo di questa missione non è ben chiaro, ma l’obiettivo generale era quello di promuovere gli interessi economici e politici britannici a scapito della Russia, la quale secondo Parlmerston era intenzionata ad indebolire l’impero britannico. L’eroica lotta della Circassia<ref> C. Webster, ''The foreign policy of Palmerston'', 1830-1841, Bell and Sons, London 1951, vol. 2, p.571. </ref> contro l’oppressione della Russia rappresenta la prima causa che ha visto impegnato James Hudson.
 
Nel 1838 Palmerston nominò Hudson segretario della legazione britannica a Washington. Questa nomina rispettò un impegno che Palmerston aveva assunto nei confronti di sir Herbert Taylor, segretario privato di Guglielmo IV; Taylor, alla morte di Guglielmo avvenuta nel giugno 1837, aveva infatti chiesto a Palmerston di assegnare ad Hudson un ruolo diplomatico. Ma il responso di Hudson riguardo la sua permanenza a Washington non fu positivo; egli rivelò infatti un forte disprezzo sia nei confronti della società americana che della sua politica. Hudson rimase a Washington fino alla fine del 1843 quando il successore di Palmerston, lord Aberdeen, rappresentante del partito Tory, lo promosse segretario della legazione britannica all’Aja. Dopo appena un anno in Olanda, nell’aprile 1845 lord Aberdeen trasferì nuovamente sir James a Rio de Janeiro.
 
=== In Brasile ===
 
Quando Hudson arrivò a Rio de Janeiro nel 1845 le relazioni diplomatiche tra il Brasile e la Gran Bretagna erano in condizioni critiche. Nel 1844 il governo brasiliano aveva terminato l’accordo commerciale stabilito con la Gran Bretagna nel 1827. Nel 1845 inoltre rifiutò di rinnovare la convezione anti schiavitù del 1817, la quale permetteva alle forze navali britanniche di cercare e sequestrare le navi brasiliane sospettate di importare schiavi dall’Africa dell’Ovest.
 
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Hudson ebbe un ruolo fondamentale nell'abolizione del commercio degli schiavi, assicurandosi in questo modo l'ammirazione di lord Palmerston, il quale nel 1850 lo nominò ministro della legazione britannica a Rio.
 
=== In Italia ===
 
Nello stesso anno, a Palmerston fu assegnato il compito di designare un possibile ministro per il Granducato di Toscana ed affidargli una missione nelle sedi congiunte di Firenze e Roma. La sua scelta ricadde inizialmente sul cattolico Richard Sheil, ma l'improvvisa scomparsa di quest'ultimo pose Palmerston di fronte a due scelte: assegnare il posto a Lord Cowley, figlio del duca di Wellington, oppure a sir James Hudson.
 
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A causa delle dimissioni forzate di Palmerston nel dicembre 1851, il futuro di Hudson rimase incerto; solamente nel gennaio 1852, grazie al ministro lord John Russel e a lord Granville, sostituto di Palmerston, Hudson fu trasferito a Torino.<ref>Lettera ''Russel to Granville'', 1 Gennaio 1852, Russel Papers.</ref>
 
== Il Risorgimento italiano ==
=== Cavour e il Regno Unito ===
 
Il contesto nel quale Hudson si trovò a dover operare era quello della diplomazia cavouriana da Plombières alla proclamazione dell’unità nazionale nel 1861. Hudson era stato colpito dalla personalità di Cavour, richiamando su di lui l’attenzione dei dirigenti inglesi.<ref> Sul tema si veda J. Davis, ''L'immagine di Cavour in Inghilterra,'' e U. Levra, ''Cavour dalla nazione piemontese alla nazione italiana''. </ref> Il conte di Cavour era infatti l’unico statista italiano capace di concepire un disegno politico volto a realizzare l’unità nazionale con il consenso del parlamento. Quello di Torino era per Londra l’unico governo legittimato a condurre l’iniziativa dell’unificazione, dal momento che i regimi di Roma e Napoli erano inaccettabili per la loro incompatibilità con i principi fondanti del liberalismo britannico.
 
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In questa cornice spicca il rapporto tra Cavour e il ministro inglese Hudson; tra i due uomini e i rispettivi governi, dopo la missione di Abercromby, si instaurò una relazione che fu feconda per Torino e che portò alla partecipazione piemontese al congresso di Parigi del 1856, all’incontro segreto di Plombières del 1858 e alla Seconda guerra d’indipendenza del 1859.
 
=== A Torino ===
 
Nel gennaio 1852 Hudson venne accreditato a Torino, in sostituzione di Abercromby, come inviato straordinario e ministro plenipotenziario.
 
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Nel 1863 Hudson abbandonò la carriera e lasciò definitivamente Torino, ancora capitale d’Italia, alla vigilia degli avvenimenti legati alla Convezione di settembre. Domenica 4 ottobre 1863 sir James Hudson presentò al re le lettere ufficiali che ponevano fine alla sua missione a Torino.<ref>A. Comandini, L'Italia nei cento anni del secolo XIX, vol. IV, Vallardi, Milano 1929, p. 445.</ref> La prematura conclusione della sua carriera diplomatica fu tra le cause della ''damnatio memoriae'' a cui andò incontro il suo nome.
 
=== La passione per l'arte ===
 
Hudson, oltre ad essere un amante dell'Italia, ammirava molto la sua arte, con un particolare interesse per l'arte dell'Italia settentrionale del XVI secolo, che tentò di promuovere con la sua attività di agente d'arte privato. Diede infatti un importante contributo alla collezione della National Gallery di Londra <ref>L'unico atto ufficiale di sir Jamaes Hudson in veste di ambasciatore per la National Gallery fu la trasmissione di un questionario al direttore della Reale Galleria di Torino circa gli spazi disponibili e le modalità d'esposizione dei dipinti, si veda S. De Blasi, ''Scambi tra la Reale Galleria di Torino e la National Gallery di Londra alla metà del XIX secolo''.</ref> e ad alcune raccolte private. Nel 1858, ad esempio, Hudson scrisse a Cavour<ref> Torino, Archivio di Stato, 31/54/9 Lettere Ministri Esteri Gran Bretagna; citate in Fleming, 1973, p. 6. </ref> per richiedere una speciale esenzione doganale per un quadro, probabilmente ''La Madonna con il Bambino e due angeli'', che fu esposto a Londra a partire dal settembre 1858. Sir James in seguito ottenne la licenza per l'esportazione della ''Madonna della Rondine'' di Carlo Crivelli.
 
Alcuni documenti raccolti tra Torino e Londra dimostrano tuttavia che il contributo di sir James all'accrescimento delle collezioni pubbliche inglesi non si limitò al campo della pittura, ma che egli fu coinvolto da un altro ente governativo, il Department of Pratical Art, poi Science and Art Department, per quel che riguarda le arti decorative. Il primo documento che attesta un contatto tra l'ente inglese e il diplomatico, conservato presso l'Archivio di Stato di Torino, è datato 18 settembre 1852, poco dopo la nomina di Hudson<ref> Archivio di Stato di Torino, Sezione Corte, Lettere Ministri Esteri, Gran Bretagna, 28 settembre 1852, n. Prot. 9966. </ref>. La lettera era indirizzata a Roberto d'Azeglio, presidente del Consiglio dei Ministri, e contiene la richiesta di alcuni calchi di opere egizie conservate nel Regio Museo d'Antichità ed Egizio di Torino.
 
=== Il carteggio diplomatico ===
 
Lo studio sulla figura del diplomatico inglese e della sua attività quale ministro plenipotenziario di Sua Maestà ha portato Federico Curato a condurre una minuziosa ricerca negli Archivi Nazionali di Kew, a Londra. Questa ricerca ha consentito lo studio del carteggio di sir James<ref> F. Curato, ''Le relazioni diplomatiche tra la Gran Bretagna ed il regno di Sardegna dal 1852 al 1856. Il carteggio diplomatico di sir James Hudson'', Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, Torino 1956.</ref> e si è rivelata fruttuosa per tracciare i contorni della figura di un diplomatico il cui nome non è ancora molto conosciuto.
 
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Da queste e da altre lettere conservate nell'archivio di Kew emerge il rapporto privilegiato che Hudson aveva con Cavour, e viene inoltre dimostrato che egli non temeva di palesare le proprie posizioni, talvolta avversate in madrepatria, al governo di Sua Maestà.
 
== Hudson oggi ==
Il 12 e il 13 novembre del 2010 si è svolto nell'Archivio di Stato di Torino un convegno intitolato ''Sir James Hudson''. Il ruolo della diplomazia a Torino negli anni dell'unificazione d'Italia'' per iniziativa della Fondazione CRT e sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica.
 
Il 12 e il 13 novembre del 2010 si è svolto nell'Archivio di Stato di Torino un convegno intitolato ''Sir James Hudson. Il ruolo della diplomazia a Torino negli anni dell'unificazione d'Italia'' per iniziativa della Fondazione CRT e sotto l'alto patronato del Presidente della Repubblica.
 
Uno dei contributi di queste giornate è confluito nel volume ''Diplomazia musei collezionismo tra il Piemonte e l'Europa negli anni del Risorgimento'', curato da Giovanni Romano e pubblicato alla fine del 2011 nella collana ''Arte in Piemonte'' della Fondazione CRT.
 
== Note ==
{{References|2}}
 
== Bibliografia ==
* Edoardo Greppi et al., ''Sir James Hudson nel Risorgimento italiano'', Catanzaro, Rubbettino, 2012. ISBN 978-88-498-3325-6
 
== Voci Correlate ==
* [[Risorgimento]]
* [[Camillo Benso, conte di Cavour]]
 
[[en:James Hudson (diplomat)]]
{{Voci isolate}}
 
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