Leucio d'Alessandria: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
modifico dati biografici in coerenza col testo della voce
Nessun oggetto della modifica
Riga 12:
|ricorrenza= [[11 gennaio]]; [[3 luglio]] Chiesa ortodossa
|attributi= bastone pastorale
|patrono di= [[Arcidiocesi di Brindisi]], [[Atessa]], [[Pietracamela]], [[Rocca di Mezzo]], [[San Leucio del Sannio]], [[San Salvatore Telesino]], [[Villavallelonga]]
}}
{{Bio
Riga 44:
Seguita la sua morte sarebbe stato sepolto nel cuore della necropoli pagana di Brindisi, attuale quartiere Cappuccini, ''ubi sanctus primo appedavit, et de navi descendit''. Sarebbe morto l'[[11 gennaio]] o sotto l'imperatore [[Teodosio I]] ([[379]]-[[395]]) o, molto più verosimilmente, sotto [[Teodosio II]] ([[408]]-[[450]]).
 
Leucio avrebbe operato in una Brindisi in cui il cristianesimo, se doveva pur essere conosciuto, è possibile non fosse largamente condiviso. Diffusi, viceversa, appaiono ancora culti astrali, riferibili al [[Sole]] e alla [[Luna]]; più precisamente, si può pensare al culto del [[Mitra (divinità)|dio Mitra]], il [[Sol Invictus]], i cui misteri, celebrati in ipogei, prevedevano una complessa iniziazione che, al pari di quella [[Gnosticismo cristiano|gnostica]], si articolava in sette gradi. Commistioni, somiglianze e analogie fra cristianesimo e mitraismo, anche sul piano cultuale, furono per tempo rilevate da [[Giustino di Nablus|Giustino]], ciò che, di fatto, potrebbe aver reso maggior efficacia all'azione evangelizzatrice di Leucio dalla cattedra brindisina. Alla Chiesa locale dovette il santo conferire una strutturazione forse prima sconosciuta e che i documenti del [[V secolo]] lasciano intravedere; da qui la seriore convinzione che Leucio avesse fondato la sede episcopale di Brindisi, sposata all'altra, questa non errata, che a lui si dovesse la prima massiva evangelizzazione del [[Salento]]: tale convinzione era anche in [[Paolo Diacono]], il quale scriveva nel suo ''De Episcopis Mettensibus'' che l'apostolo ''“Petrus cum Romam pervenisset“'' (a. 42-43) ''...“tunc denique Apollinarem Ravennam, Leucium Brundusium, Anatolium Mediolanum misit“''.
 
==Leggenda agiografica==
Riga 52:
[[File:Tempio italico canosa.png|thumb|250px|right|i resti della basilica di San Leucio a [[Canosa di Puglia]]]]
La commemorazione liturgica ricorre l'[[11 gennaio]].
 
San Leucio è patrono di [[Atessa]] ([[Provincia di Chieti|CH]]), [[Pietracamela]] ([[Provincia di Teramo|TE]]), [[Rocca di Mezzo]] ([[Provincia di L'Aquila|AQ]]), [[San Leucio del Sannio]] ([[Provincia di Benevento|BN]]), [[San Salvatore Telesino]] ([[Provincia di Benevento|BN]]) e [[Villavallelonga]] ([[Provincia di L'Aquila|AQ]]).
 
Una ''Vita Sancti Leucii'' venne redatta in area beneventana-longobarda già nel [[IX secolo]]; successivamente, l'arcivescovo di Brindisi, Pellegrino d'Asti, scrisse nel [[XIII secolo]] una nuove versione, nota come ''Vita Leucii''.
 
===Canosa===
Presso [[Canosa di Puglia]] si possono ancora ammirare i resti di una grande basilica a lui dedicata, ricavata nel [[VI secolo]] da un preesistente [[tempio pagano]].
 
===San Salvatore Telesino===
Il Santo è il protettore di [[San Salvatore Telesino]] che gli dedica due feste: una l'undici[[11 gennaio]] ed un'altra nell'ultimo week - end di Luglioluglio.
Il culto di Sansan Leucio nel comune di San Salvatore ha radici molto lontane nel tempo, in effetti nel [[VII secolo]] i signori longobardi che dominavano San Salvatore e il beneventano ne favorirono la diffusione. La leggenda vuole che in quest'epoca, le spoglie del Santo, giunsero da [[Brindisi]] nella chiesa di Santa Sofia a [[Benevento]].
Il culto del Santo, preceduto dalla fama dei suoi miracoli, fiorì anche a [[Telesia]] (antica denominazione di San Salvatore Telesino), dove gli abitanti, in segno di devozione, ne costruirono una statua lignea dai tratti bizantini.
Durante le incursioni saracene del [[IX secolo]], la statua fu nascosta dagli abitanti in un rudere per sottrarla alle brame degli invasori. Da allora e fino al [[XVIII secolo]] se ne persero le tracce, ma, al momento del suo ritrovamento, il culto del Santo divenne ancora più sentito. Gli abitanti di San Salvatore si rivolsero al Santo nel [[1837]] per far fronte ad un'epidemia di colera. Come forma di ringraziamento per il miracolo ottenuto fu donato al Santo un medaglione d'argento e, tuttora, gli abitanti rinnovano il ringraziamento portandolo in processione nei vicoletti del vecchio Casale, la domenica successiva all'ottava deldell' 11 gennaio. La statua, in tale occasione, è preceduta da devoti che la precedono scalzi, in segno di penitenza. Un'ulteriore leggenda vuole che, grazie all'interessamento di un notabile della zona, nel [[1856]], il popolo san salvatorese viene in possesso di un frammento osseo del corpo del Santo. Tale frammento è tuttora conservato all'interno di una croce d'argento posta sulla statua votiva.
 
===Altre città===
San Leucio viene venerato anche nei paesi di [[Veroli]] (FR), [[Pietracamela]] (TE), [[Villavallelonga]] e [[Rocca di Mezzo]] (AQ), [[Atessa]] (CH), [[San Leucio del Sannio]] (BN), [[San Leucio (Caserta)|San Leucio]] (frazione di [[Caserta]]), Borgo (frazione del comune di [[Montoro Inferiore]] in provincia di Avellino).
 
==Note==
Line 72 ⟶ 74:
 
==Bibliografia==
* Pietro Degli Onofri, ''Vita di Santo Leucio, primo vescovo di Brindisi'', Ed. Raimondi, Napoli 1789.
* Innocenzo Zamparelli, ''Vita di San Leucio vescovo della citta di Brindisi, tratta da bollandisti e recata nell'idioma italiano'', Napoli 1831.
*E. Bove, ''Il lungo viaggio del beato Leucio'', Ed. del Matese, 1990.
* Bruno Gagliardi, ''Vita di San Leucio: rilievi sulla di lui leggenda, antiche nostre memorie, origine del suo culto nella nostra Chiesa'', Piedimonte d'Alife 1950.
*''San Leucio di Alessandria e l'Occidente'', atti del II convegno nazionale sul Santo patrono (Brindisi 1984), Brindisi 1991
* P. Antonio da Serramonacesca, ''San Leucio vescovo: protettore di Atessa'', Lanciano 1970.
* E. Bove, ''Il lungo viaggio del beato Leucio'', Ed. del Matese, 1990.
* ''San Leucio di Alessandria e l'Occidente'', atti del II convegno nazionale sul Santo patrono (Brindisi 1984), Brindisi 1991
 
== Collegamenti esterni ==
*{{santiebeati|37000|San Leucio di Brindisi}}