Ministro: differenze tra le versioni

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In taluni ordinamenti con forma di governo parlamentare (ad esempio, quelli che seguono il sistema Westminster) i ministri devono essere membri del parlamento e, se questo è [[bicameralismo|bicamerale]], può essere prescritto un numero minimo di ministri appartenenti alla [[camera alta]]. In altri ordinamenti (tra cui quello italiano) i ministri non devono necessariamente essere membri del parlamento ma, in pratica, di solito lo sono; vi sono anche ordinamenti dove è prescritto che una quota minima di ministri (in [[Giappone]], ad esempio, la maggioranza) appartenga al parlamento. Infine, nelle repubbliche presidenziali, in molte repubbliche semipresidenziali e in alcuni sistemi parlamentari i ministri non possono essere membri del parlamento e, se lo sono, si debbono dimettere al momento della nomina.
 
Nei sistemi parlamentari e semipresidenziali i ministri devono godere della fiducia del parlamento; in alcuni sistemi, però, il rapporto fiduciario intercorre tra il parlamento e il solo primo ministro, sicché questo può scegliere liberamente, almeno sulla carta, i suoi ministri. Quando il rapporto fiduciario intercorre con l'intero governo, si pone il problema se il parlamento possa votare la [[mozione di sfiducia|sfiducia]], oltre che al governo nella suesua interezza, anche a singoli ministri, costringendoli a dimettersi: in alcuni ordinamenti è possibile, in altri no. In ogni caso i singoli ministri devono godere della fiducia del capo dello Stato o del primo ministro giacché, in caso contrario, possono essere revocati.
 
I ministri, come gli altri membri del governo, decadono dall'ufficio in caso di dimissioni o cessazione per altri motivi dell'intero governo o del primo ministro.