David Golder: differenze tra le versioni

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==Origine==
Quando, nel 1929, l'editore [[Bernard Grasset]] lesse in una notte il manoscritto di David Golder e, dopo aver perfino messo un annuncio sul giornale per rintracciarne l'anonimo autore, si vide davanti Irène Némirovsky, sulle prime non volle credere che fosse stata quella giovane spigliata ed elegante, figlia dell'alta borghesia russa rifugiatasi a Parigi dopo la rivoluzione, a scrivere una storia tanto audace, insieme crudele e brillante&nbsp;– un'opera in tutto e per tutto degna di un romanziere maturo"<ref>http://www.adelphi.it/libro/9788845920523</ref>. Pieno di ammirazione ma ancora dubbioso, l’editore la interrogò a lungo per assicurarsi che la Némirovsky non stesse facendo da prestanome a un qualche scrittore famoso che voleva restare nell’ombra. Appena uscì, David Golder fu elogiato all’unanimità dalla critica, tanto che Irène Némirovsky divenne subito celebre e fu lodata da scrittori di diversa estrazione, come Joseph Kessel, un ebreo, e Robert Brasillach, un monarchico di estrema destra e antisemita. Brasillach elogiò in particolare la purezza della prosa di quella nuova arrivata nel mondo letterario parigino<ref name="ReferenceA">Myriam Anissimov - postfazione a ''Suite francese'' - Adelphi</ref>.
In un giornale francese del 1930 <ref> La femme de France </ref> si legge: ''David Golder porta la firma di una donna, si deve quindi riconoscere che è scritto da una donna''.
 
==Struttura==