Rustichello da Pisa: differenze tra le versioni

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Rustichello, prigioniero a Genova in seguito agli eventi successivi alla [[battaglia della Meloria]] del 1284, conobbe [[Marco Polo]], anch'egli prigioniero, forse nel [[1298]], in seguito alla sconfitta veneziana di [[Battaglia di Curzola|Curzola]]. Durante la prigionia, nelle carceri di [[Palazzo San Giorgio (Genova)|Palazzo San Giorgio]] a Genova, Marco Polo raccontò a Rustichello le memorie dei propri viaggi, il quale le trascrisse in [[lingua d'oïl]] ne ''Le divisament dou monde'' ("La descrizione del mondo"), noto con il titolo de ''[[Milione (Marco Polo)|Il Milione]]''. La sua stesura del Milione è criticata per le frequenti ed evidenti inserzioni sia di episodi moraleggianti sia di battaglie che si succedono una uguale all'altra, di evidente derivazione dalle sue "opere" precedenti.
{{q|BenchèBenché in mezzo a continue nodosità, i suoi colleghi sapevano riuscire freschi; Rustichello appare soltanto noioso. E distratto, con scarsa o punta logica, e addirittura scervellato: un industre artigiano della penna, col solo scopo di salvaguardare la cosiddetta morale. Se fu lui ad accogliere la dettatura del Polo, due collaboratori letterari non furono mai così male assortiti.| Ettore Camesasca, Il milione, Istituto Geografico DeAgostini 1965, p.16}}
 
==Bibliografia==