Cesco Baseggio: differenze tra le versioni

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Nato a Treviso<ref>Baseggio fece a lungo credere di essere nato a [[Venezia]], ma in realtà venne alla luce a Treviso in quanto in vista del parto la madre si era temporaneamente trasferita presso i familiari. In ogni caso, fu registrato all'anagrafe di Venezia e in questa città trascorse la giovinezza, cfr. {{cita|Barbanti|p. 62}} e {{cita|Puppa|p. 137}}</ref> da Arturo, violinista, e Irma Fidora, soprano lirico, trascorse la giovinezza a [[Venezia]], luogo di origine della famiglia<ref>{{cita libro | curatore= Felice Cappa, Piero Gelli | titolo= Dizionario dello spettacolo del '900 | editore= Baldini & Castoldi | città= Milano | anno= 1998 | pagina= p. 85 | id= ISBN 88-8089-295-9 }}</ref>. Studiò il [[violino]] secondo le volontà del padre ed entrò nel mondo del teatro quasi per caso: conobbe infatti [[Gianfranco Giachetti]] nel [[1913]], mentre stava preparando ''[[La locandiera (Goldoni)|La locandiera]]'' del [[Carlo Goldoni|Goldoni]] e venne da questi invitato alla rappresentazione; più per curiosità, il Baseggio provò una parte della commedia, ma ne restò talmente affascinato che decise di lasciare il violino e gli studi per dedicarsi completamente alla recitazione<ref>[http://www.treccani.it/enciclopedia/francesco-baseggio_(Dizionario_Biografico)/ BASEGGIO, Francesco - Treccani].</ref>.
 
Tre anni dopo imbracciò le armi per la [[prima guerra mondiale]] e si mise in luce dirigendo in [[Albania]] il "[[teatro]] del soldato".<ref>"Le muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol.II, pag. 97</ref>. Tornato dalla guerra tradusse ''[[Il malato immaginario]]'' di [[Molière]] dal francese inal dialetto veneziano.
 
Nel [[1920]] ricevette l'invito di Giachetti a entrare nella compagnia "Ars Veneta" come attore [[caratterista]] e brillante. Segretamente finanziato dal conte [[Manin (famiglia)|Manin]], perfezionò gli studi dell'arte fondando, sei anni dopo, nel 1926, una sua Compagnia[[compagnia teatrale]]. In seguito assunse il ruolo di [[capocomico]] e da quel momento, (tranne un triennio trascorso nella compagniaCompagnia del teatro di Venezia, diretta da [[Guglielmo Zorzi]] nel 1936-37 e dipoi da [[Alberto Colantuoni,]]) guidò prevalentemente compagnie di prosa specializzate in [[commedia|commedie]] del repertorio [[Carlo Goldoni|goldoniano]], per il quale si rivelò un attore molto adatto.
 
Oltre al Goldoni si è misurato anche in opere di [[Shakespeare]], [[Friedrich Schiller|Schiller]], [[Giacinto Gallina|Gallina]], [[Ruzante]], [[Gino Rocca|Rocca]] e [[Renato Simoni]].
 
Negli anni sessanta, grazie alle sue spiccate doti di immediata comunicatività e simpatia, si fece apprezzare nelle edizioni televisive di alcune delle più celebri opere goldoniane di carattere e di ambiente. Morì a Catania, dove era stato chiamato come regista di una commedia del teatro veneto, il 24 gennaio 1971.
 
Le sue spoglie giacciono nel cimitero[[Cimitero delladi suaSan beneamataMichele (Venezia)|cimitero di Venezia]] nell'[[isola di San Michele]], a fianco di altri attori del teatro dialettale veneto.
 
== Filmografia parziale ==