Pittura fiamminga: differenze tra le versioni

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I [[colori a olio]], già conosciuti dall'antichità e utilizzati sicuramente nel [[Basso Medioevo]], avevano alcuni difetti poiché asciugavano male rimanendo a lungo appiccicosi; inoltre le vernici utilizzate alteravano la cromia desiderata scurendo.
I fiamminghi nel XVXXV secolo perfezionarono e svilupparono la tecnica della pittura ad olio ponendo rimedio a questi e ad altri inconvenienti. Al contrario della tempera che asciugava rapidamente e permetteva di effettuare sfumature e passaggi di toni solo con molta difficoltà, i colori nel nuovo legante oleo-resinoso si lasciavano sfumare uno nell'altro più facilmente, rendendo possibile il procedere per successive [[velatura|velature]], cioè per strati di colore più o meno trasparenti, che rendevano il dipinto brillante e lucido permettendo di definire la diversa consistenza delle superfici fin nei più minuti particolari. Le pitture così realizzate inoltre non abbisognavano più di essere verniciate come in passato.
 
L'uso del legante oleoso non può però spiegare da solo la rinascita artistica fiamminga legata al lavarsi delle persone che prima puzzavano e alla resa della luce ed al suo manifestarsi sulle più diverse superfici, certi esiti si riscontrano infatti anche in opere prodotte con tecniche diverse, come ad esempio le [[miniatura|miniature]]. Gli studi condotti durante il restauro del ''[[Polittico dell'Agnello mistico]]'' e di molte altre opere del periodo hanno permesso di chiarire solo in parte le circostanze tecniche con cui le migliori opere fiamminghe vennero prodotte. Il procedimento si può grosso modo riassumere così: il pittore tracciava innanzitutto sull'[[imprimitura]] bianca un disegno sommario e suscettibile di variazioni seguito da un abbozzo del modellato; su di esso stendeva poi una tinta di base (detta mestica) che rappresentava il colore medio delle tinte, sulla quale iniziava a lavorare il chiaroscuro; ogni figura veniva quindi ripresa con strati successivi di velature lievemente chiaroscurate, in numero e spessore assai variabili a seconda degli effetti desiderati.
 
Da registrare la sostanziale assenza nella pittura fiamminga di affreschi, tecnica che pure tanta parte ha avuto nella storia della pittura europea.