Roger di Salisbury: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 87:
Roger era probabilmente un uomo di scarsa educazione, ma con un buon senso degli affari e quando Enrico salì al trono nel [[1101]] lo nominò immediatamente [[Lord cancelliere]], carica che mantenne fino al tardo [[1102]]<ref name="Fryde">Fryde, E. B.; Greenway, D. E.; Porter, S.; Roy, I. (1996). Handbook of British Chronology (Third revised ed.). Cambridge: Cambridge University Press</ref>.
Il [[29 settembre]] [[1102]] Roger venne nominato [[Antica diocesi di Salisbury|Vescovo di Salisbury]] presso la [[Cattedrale di Old Sarum]], tuttavia egli non venne consacrato fino all'[[11 agosto]] [[1107]]<ref name="Fryde"/> a causa della disputa sorta fra Enrico ed [[Anselmo d'Aosta]].
In quegli anni infuriavanoinfuriava lela cosiddettecosiddetta [[Lottalotta per le investiture]], ma Roger fu abbastanza scaltro da riuscire a mantenere buoni rapporti sia con il re che con Anselmo, che era [[Arcivescovo di Canterbury]] già da diversi anni.
Dal punto di vista degli affari reali Roger contribuì a portare in [[Inghilterra]] il sistema di riscossione delle tasse detto [[Exchequer]] e non esitò a usare la propria posizione per aumentare il proprio prestigio e la propria ricchezza. Col tempo divenne, in quanto a potere, secondo soltanto a Enrico e benchèbenché non sia mai stato ufficialmente chiamato con il nome [[Gran giustiziere]] di fatto rivestì questa carica sotto il regno di Enrico e di nuovo sotto quello di [[Stefano I d'Inghilterra]]<ref name="Fryde"/>.
Quando Enrico si trovava in [[Normandia]] era Roger a detenere il controllo del regno e nel [[1123]] riuscì a far eleggere [[Arcivescovo di Canterbury]] il suo candidato [[William de Corbeil]]. Pare anche che [[Robert di Gloucester|Robert]], uno dei figli illegittimi di Enrico, sia stato posto sotto la custodia di Roger a seguito della battaglia di Tinchebray combattuta il [[28 settembre]] [[1106]] e che vide Enrico uscire vittorioso dallo scontro con [[Roberto II di Normandia]].
Alla morte di Enrico Roger giurò fedeltà a sua figlia l'[[Matilde d'Inghilterra (1102-1167)|imperatrice Matilde]], tuttavia non essendogli particolarmente gradite i legami che la avvincevano agli [[Angioini]], famiglia d'origine di suo marito, cambiò partito andando ad appoggiare [[Stefano I d'Inghilterra|Stefano]], cugino di Matilde. Quando questi salì al trono nel [[1135]] Roger gli portò non solo il tesoro reale, ma anche tutto il sistema amministrativo del paese.
Riga 94:
Egli aveva costruito a [[Devizes]] un imponente castello e alla fine sia lui che i nipoti avevano finito con l'assicurarsi un certo numero di manieri al di fuori delle loro diocesi e verso la fine dei suoi anni Roger prese a comportarsi come se si sentisse a pari del re. Nel consiglio che si tenette nel [[giugno]] del [[1139]] Stefano chiese, con un pretesto, che gli venissero ceduti tutti i castelli e quando questi rifiutarono furono tratti in arresto. Dopo un breve scontro tutti i castelli di Roger vennero sequestrati e fu [[Enrico di Blois]] [[Antica diocesi di Winchester|Vescovo di Winchester]] a chiedere che gli venisse restituito il vescovado.
Furono in molti a ritenere che Stefano avesse commesso un grave errore esercitando violenza su dei prelati dal momento che trasgrediva il comandamento biblico ''Non toccate i miei consacrati'' come recitato nel [[Salmi|Salmo 104]].
Questa contesa con la chiesa accadde immediatamente prima che Matilde giungesse in Inghilterra con le sue truppe, una cosa che certamente non giovò a Stefano, tuttavia Roger era ormai giunto al termine della sua vita e non potèpoté vedere se e come sarebbero cambiati i suoi rapporti con il re.
Egli infatti morì a [[Salisbury]] l'[[11 dicembre]] [[1139]].
Roger era stato un grande burocrate con tendenze e pensieri più avanzati rispetto all'epoca in cui visse, i suoi contemporanei per questo lo giudicarono come un uomo estremamente coinvolto nel mondo materiale, ambizioso, avaro e libero dai lacci che lo dovevano legare all'alta moralità che doveva, in teoria, albergare nel cuore degli ecclesiastici.