Galeazzo I Visconti: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Galeazzo I Visconti.jpg|thumb|left|Immagine ottocentesca di fantasia di Galeazzo I Visconti]]
 
Nel [[1298]] Galeazzo è nominato podestà di [[Novara]], carica che ricoprirà fino all’anno seguente .
 
Il 24 giugno [[1300]] sposa [[Beatrice d'Este (1268-1334)|Beatrice d'Este]],<ref>Da non confondere con l’omonima [[Beatrice d'Este]] (1475-1497), figlia di [[Ercole I d'Este]], che fu, 200 anni più tardi, sposa di un altro sovrano milanese, il duca [[Ludovico Sforza]].</ref> figlia di [[Obizzo II d'Este]], signore di [[Ferrara]] e [[Modena]] e vedova di [[Nino Visconti]] di [[Pisa]], giudice di Gallura. In quell'occasione, lo sposo fu decorato del Cingolo Militare. Beatrice aveva 32 anni e lo sposo 23.<ref>''Vite dei dodeci Visconti che signoreggiarono Milano'', Paolo Giovio, Giovan Battista Bidelli MDCXLV, p.50</ref><ref>''Storia si Milano'', Verri, Vol. II, p.97, edizione 1836</ref> Del matrimonio parla Dante nella [[Divina Commedia]] ([[Purgatorio - Canto ottavo|Canto VIII del Purgatorio]]).
 
Quello stesso anno il padre decise di associarlo al governo di Milano, ma proprio in quel torno di tempo i [[Della Torre]] e il partito guelfo scacciano i Visconti dalla città lombarda. Mentre il padre Matteo si rifugerà a [[Motteggiana]] presso gli [[Scaligeri]], Galeazzo si recò presso la famiglia del suocero a Ferrara , dove nacquero i suoi figli. Nel 1310 fu podestà di [[Treviso|Trevigi]]<ref name= litta>''Ritratti dei Visconti Signori di Milano con le loro Vite tratte dalla storia delle Famiglie celebri Italiane'', Milano, del C. Pompeo Litta, p. 21-23</ref>. Quando nel [[1311]] suo padre recuperò la Signoria su Milano grazie all’appoggio dell'imperatore [[Enrico VII di Lussemburgo|Enrico VII]], Galeazzo fu nominato vicario imperiale in Cremona, espulso nell'anno seguente da Guglielmo Cavalcabò, capo dei guelfi quindi nominato nel 1313 vicario imperiale di [[Piacenza]].
 
Il possesso di Piacenza gli permise, nel 1321, di sconfiggere i Cavalcabò, padroni di Cremona, e di riprendersi quella città.