Emanuele Pessagno (cacciatorpediniere): differenze tra le versioni

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La storia della nave si concluse tragicamente il 29 maggio 1942 durante una missione di scorta<ref name="trentoincina"/>. Il ''Pessagno'' ed il gemello ''Pigafetta'' stavano scortando i [[piroscafo|piroscafi]] ''Capo Arma'' ed ''Anna Maria Gualdi'' partiti a Brindisi e diretti a [[Bengasi]]<ref name="trentoincina"/>. Fin dall'inizio della traversata il convoglio, partito il 27 maggio, fu oggetto di attacchi aerei e subacquei. Nella [[notte]] tra il 28 e il 29 maggio il sommergibile inglese ''Turbulent'', in agguato sulla sinistra del convoglio, lanciò una salva di quattro [[siluro|siluri]]. Nonostante questi fossero stati avvistati dal ''Pigafetta'', che diede l'allarme, il convoglio non riuscì a compiere alcuna [[manovra]] evasiva e tre dei siluri giunsero a segno: una delle armi colpì il ''Capo Arma'' (che s’incendiò ed esplose poco meno di cinque ore dopo nel punto 33°15’ N e 19°25’ E<ref>Rolando Notarangelo, Gian Paolo Pagano, ''Navi mercantili perdute'', p. 97</ref>) e subito dopo altri due siluri colpirono a [[prua]] ed a centro nave il ''Pessagno'', che s’inabissò in meno di un [[minuto]], alle 3.15, ad 85 miglia per 332° da Bengasi, trascinando con sé i due terzi dell’[[equipaggio]]<ref name="trentoincina"/><ref>[http://www.danieleranocchia.it/naval_history/mediterraneo.htm Le Operazioni Navali nel Mediterraneo<!-- Titolo generato automaticamente -->]</ref>.
 
[[File: HMSHMSM Turbulent FL20300.jpg|thumb|right|300px|Il sommergibile britannico ''Turbulent'', affondatore del ''Pessagno'']]
 
Solo il comandante, un [[ufficiale (forze armate)|ufficiale]], 10 [[sottufficiale|sottufficiali]] e 74 [[marinaio|marinai]] poterono essere tratti in salvo<ref name="trentoincina"/>.