Battaglia di Jena: differenze tra le versioni

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Questa umiliazione diplomatica rafforzò in Prussia il partito della guerra che già si stava agitando sotto la spinta della corte e soprattutto della regina [[Luisa di Meclemburgo-Strelitz|Luisa]]; quest'ultima manifestava apertamente la sua simpatia per lo zar Alessandro e al contrario il suo odio per Napoleone di cui parlava come del "mostro" e del "rifiuto dell'inferno". Il principe Luigi Ferdinando, alti dignitari, militari come [[Karl Ludwig von Phull]], [[Gerhard von Scharnhorst]], [[Gebhard Leberecht von Blücher|Gebhard von Blücher]], premevano per prendere l'iniziativa. Anche politici come [[Karl August von Hardenberg|Karl von Hardenberg]] e [[Heinrich Friedrich Karl von Stein|Heinrich von Stein]] sollecitavano l'esitante sovrano ad entrare in guerra contro la Francia; i circoli economici e mercantili erano in agitazione a causa del blocco britannico dei porti baltici che riduceva i loro commerci<ref>{{Cita|Lefebvre2009| pp. 258-259|Lefebvre 2009 |harv=s}}</ref>.
 
Federico Gugliemo nonostante l'accordo con Napoleone, manteneva rapporti segreti con lo zar e Hardenberg trattò con l'ambasciatore russo a Berlino, [[Maksim Maksimovič Alopeus]], una convenzione che venne accettata e firmata da Alessandro il [[24 luglio]] 1806. Ulteriori sviluppi fecero precipitare la situazione: Napoleone creò la Confederazione del Reno che irritò fortemente la Prussia, l'inviato britannico Lord Yarmouth fece trapelare la notizia di possibili mire francesi sull'Hannover che sarebbe stato quindi sottratto alla Prussia, il generale Blücher comunicò la falsa notizia del concentramento di forze francesi sul [[Reno]] e in [[Franconia (regione)|Franconia]]<ref>{{Cita|Lefebvre2009| p. 259|Lefebvre 2009 |harv=s}}</ref>.
 
Federico Guglielmo prese la sua decisione e il [[9 agosto]] mobilitò l'esercito; una violenta ondata di nazionalismo prussiano e di aggressività antifrancese si diffuse tra la casta dei militari, le truppe e la popolazione; il [[6 settembre]] Alessandro venne informato della intenzione prussiana di entrare in guerra; lo zar, rassicurato dalla scelta del suo amico Federico Guglielmo, rifiutò definitivamente di ratificare l'accordo concluso da d'Oubril e iniziò a radunare, nonostante le difficoltà sorte con l'Impero Ottomano sul Danubio, truppe per entrare in [[Polonia]] in aiuto dei prussiani. Era quindi in via di costituzione una [[Quarta coalizione]] antifrancese; la Prussia preparava un ''ultimatum'' per richiedere il ritiro dei francesi a ovest del Reno; la Gran Bretagna, resa più forte dalle decisioni di Russia e Prussia e dal [[Invasioni britanniche del Río de la Plata|successo di Buenos Aires]], presentò ulteriori richieste a Napoleone il [[26 settembre]], tra cui l'assegnazione della [[Dalmazia]] a Ferdinando di Borbone. L'imperatore interruppe bruscamente le trattative e Lord Lauderdale lasciò Parigi il [[9 ottobre]]; a quella data Napoleone era già in Germania e stava avanzando in massa per sconfiggere i suoi nuovi nemici<ref>{{Cita|Lefebvre2009| pp. 259-260|Lefebvre 2009 |harv=s}}</ref>.