Via de' Macci: differenze tra le versioni

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[[Image:Via de' macci, tabernacolo e targhe.JPG|thumb|Tabernacolo e targhe]]
Zona di residenza popolare, via de' Macci non si distingue in generale per gli edifici. Quello di maggior pregio, l'oratorio dell'[[ex-ospedale di San Francesco]] (n. 7), dall'esterno mostra una parete praticamente senza aperture, tipica dei monasteri.
 
Al 73 si trova un a casa pubblicata da Gian Luigi Maffei, quale esempio di riconfigurazione originato dall'accorpamento di due edifici a schiera posti in lotti contigui: "Nella casa a schiera plurifamiliarizzata il raggiungimento delle quattro cellule abitative può ottenersi, oltre che nelle modalità viste precedentemente, unendo due edifici contigui e modificandone il funzionamento: si demolisce una delle scale esistenti, si aprono porte nel muro d'ambito intermedio e si ottengono le quattro cellule complanari - due per gli spazi giorno e due per la zona notte - già codificate nella casa a schiera monofamiliare. Nei casi più evoluti la scala sarà ristrutturata con pianta a doppia rampa in funzione di percorso esterno alla casa; l'appartamento così ottenuto è il primo passo per l'affermazione dei caratteri rappresentativi del nuovo tipo edilizio, la casa in linea con un alloggio per piano per più piani paritetici sovrapposti" (pp. 263-264). Nel caso qui preso in considerazione non è noto quando sarebbe avvenuto l'accorpamento dei più antichi edifici: il prospetto attuale, sviluppato su tre piani per quattro assi, denota tuttavia un disegno di pretto carattere ottocentesco.
 
All'angolo con [[via Ghibellina]] si trova l'ex [[manicomio di Santa Dorotea]]. Vicino allo sbocco in [[piazza Sant'Ambrogio (Firenze)|piazza Sant'Ambrogio]] si trova un piccolo distretto di ristoranti per lo più gestiti dallo chef [[Fabio Picchi]]: il ristorante e la trattoria Cibréo, il [[Circolo Teatro del Sale]] e una rinomata pizzeria.
 
Al 51 rosso, in angolo con [[via dell'Agnolo]], si trova una casa con un [[pietrino]], anche su via de' Macci, sul quale si leggono le lettere M. A. R. che riconducono l'originaria proprietà dell'edificio alle monache del lontano [[monastero dell'Arcangelo Raffaele]], soppresso nel [[1748]].
 
Al 73 si trova un a casa pubblicata da Gian Luigi Maffei, quale esempio di riconfigurazione originato dall'accorpamento di due edifici a schiera posti in lotti contigui: "Nella casa a schiera plurifamiliarizzata il raggiungimento delle quattro cellule abitative può ottenersi, oltre che nelle modalità viste precedentemente, unendo due edifici contigui e modificandone il funzionamento: si demolisce una delle scale esistenti, si aprono porte nel muro d'ambito intermedio e si ottengono le quattro cellule complanari - due per gli spazi giorno e due per la zona notte - già codificate nella casa a schiera monofamiliare. Nei casi più evoluti la scala sarà ristrutturata con pianta a doppia rampa in funzione di percorso esterno alla casa; l'appartamento così ottenuto è il primo passo per l'affermazione dei caratteri rappresentativi del nuovo tipo edilizio, la casa in linea con un alloggio per piano per più piani paritetici sovrapposti" (pp. 263-264). Nel caso qui preso in considerazione non è noto quando sarebbe avvenuto l'accorpamento dei più antichi edifici: il prospetto attuale, sviluppato su tre piani per quattro assi, denota tuttavia un disegno di pretto carattere ottocentesco.
 
==Targhe e iscrizioni==