Ager Ambulejus: differenze tra le versioni

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Giordane non era contemporaneo ai fatti narrati (egli scriveva circa un secolo dopo le vicende in questione), per cui egli pure dovette accettare quanto la tradizione orale aveva tramandato. Giordane riporta che - nella primavera del [[452]] d.C., fatte a pezzi le scarse e raccogliticce truppe imperiali di stanza presso [[Ad Padum]] (odierno [[Passo del Predil]]) Attila, passate le [[Alpi Giulie]], entrava in [[Italia]]. Distrutte le città di [[Aquileia]], [[Concordia Sagittaria|Concordia]] ed [[Altinum|Altino]], e razziate [[Vicenza]], [[Verona]], [[Brescia]], [[Bergamo]], si diresse prima a saccheggiare [[Milano]] (ex capitale imperiale), quindi a [[Pavia]], dove lo raggiunse la notizia della pestilenza che stava mettendo in ginocchio la penisola. [[Ezio Flavio]] stava arrivando con un esercito da [[Ravenna]] e l'imperatore d'oriente [[Marciano di Bisanzio|Marciano]] si preparava ad attaccare le basi di partenza degli Unni alle spalle di Attila, nell'attuale [[Slovenia]]. A questo punto il re Unno decise di tornare indietro perché il rischio s'era fatto parecchio consistente e si fermò sul [[Po]], nella località tramandata col nome di "Ager Ambulejus", sita tra i fiumi [[Adda]] e [[Mincio]] Qui incontrò un'ambasciata proveniente da [[Roma]], formata dal prefetto [[Trigezio]], dal console [[Gennadio Avieno]] e da papa Leone I. Dopo l'incontro Attila ritirò con le proprie truppe senza pretese né sulla mano di Onoria, né sulle terre in precedenza reclamate.
Attila aveva a disposizione due strade per potersi ritirare da Pavia. La prima era quella che aveva percorso all'andata, da Pavia a Verona tramite Milano. Nel qual caso, l'approdo al fiume Mincio sarebbe avvenuto tra l'odierne [[Peschiera del Garda]] e [[Valeggio sul Mincio]], presso l'attuale [[Salionze]], nel veronese. Oppure avrebbe potuto puntare su [[Cremona]] e, via [[Mantova]] dirigersi a Verona. In quest'ultimo caso, l'approdo al Fiume Mincio sarebbe avvenuto nel mantovano, presso l'attuale paese di [[Governolo]], a quel tempo chiamata "[[Ambuletum]]". Quivi egli pose un campo provvisorio per far riposare ed abbeverare le sue truppe. Gli storici propendono più per la localizzazione dello storico incontro presso Governolo, in quanto Attila non faceva mistero di voler marciare fino a [[Roma]], e da Pavia, appena conquistata, la strada più breve era quella che dall'[[Ager Calventianus]] presso questa città arrivava a [[Piacenza]], e, valicati gl'[[Appennini]], attraverso l'[[Ager Pisternensis]] scendeva in [[Toscana]], toccando le città di [[Pistoia]], [[Firenze]], [[Arezzo]] e [[Chiusi]]. La ritirata, a questo punto, era assai più logico che avvenisse lungo la direzione Pavia - Piacenza - Cremona - Mantova - Verona<ref>Antoine Augustin Bruzen de La Martinière: "Le grand dictionnaire géographique et critique", Volume 1; pag. 516; Editore Gosse; La Haye, 1726</ref>.
 
== Bibliografia ==
* Mauro Calzolari, ''Papa Leone e Attila al Mincio, il percorso di una tradizione'', Editoriale Sometti, 2013. ISBN 978-88-7495-467-4
 
== Note ==