Elio Steiner: differenze tra le versioni

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Figlio di [[Francesco Steiner]] e della contessa [[Elena Lupati]], si dedica al [[teatro]] ancora adolescente. Segue la famiglia che si trasferisce a [[Roma]] nella prima metà degli anni [[1920|venti]] ed ha l'occasione di procurarsi, nel [[1925]], una scrittura con il [[Teatro degli Indipendenti]] diretto da [[Anton Giulio Bragaglia]].
 
Successivamente debutta nel [[cinema muto]] nel [[1927]] in un [[cortometraggio]] (''[[La chimera del biondo cavaliere]]'') a cui seguirà il [[lungometraggio]] ''[[La vena d'oro (film 1930)|La vena d'oro]]'', scritto e diretto da [[Guglielmo Zorzi]] che gli affiderà il ruolo di [[protagonista]] accanto a [[Diana Karenne]]. Alla fine degli anni venti è quindi un giovane protagonista del cinema muto (fra tutti spicca ''[[Assunta Spina (film 1930)|Assunta Spina]]'' di [[Roberto Roberti]] del [[1929]]) ma la fama vera arriverà nel [[1930]] quando, accanto a [[Dria Paola]] eed [[Isa Pola]], sarà protagonista del primo film sonoro italiano: ''[[La canzone dell'amore]]''.
 
Nei primi [[anni 1930|anni trenta]] è uno dei più quotati attori italiani assieme a [[Vittorio De Sica]], [[Gianfranco Giachetti]], [[Fosco Giachetti]], [[Mino Doro]]. Interpreta in rapida sequenza ''[[Corte d'Assise (film)|Corte d'Assise]]'' e ''[[Pergolesi (film 1932)|Pergolesi]]'' di [[Guido Brignone]], poi ''[[La stella del cinema]]'' di [[Mario Almirante]] e quindi ''[[Acqua cheta]]'' di [[Gero Zambuto]].