Pellegrino da San Daniele: differenze tra le versioni

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Fin dal principio fu bene accetto dalle famiglie nobili friulane, che gli commissionarono parecchi dipinti. Dimostrò di conoscere le innovazioni tecniche e pittoriche che si stavano affermando al di fuori del Friuli; in particolare sembra attratto dai grandi pittori veneti del periodo, in primo luogo [[Andrea Mantegna]] e [[Giovanni Bellini]], successivamente segue le tendenze pittoriche di [[Cima da Conegliano]], di [[Bartolomeo Montagna]] e dei pittori ferraresi.
 
Fu presente più volte a Ferrara presso la corte estense tra il [[20001500]] e il [[20131513]], entrando al servizio di [[Ercole d'Este]]; delle opere ivi realizzate non è rimasta traccia. È noto però che fu attivo anche come scenografo e che nel [[1508]] approntò le scenografie per ''[[La Cassaria]]'' dell'[[Ariosto]] e lo stesso anno le scene per il Carnevale ferrarese, considerate uno dei primi esempi di scenografia prospettica.
 
Ritornato in Friuli, le nuove conoscenze acquisite presso la corte estense unitamente alle invenzioni rinascimentali apprese fecero maturare pienamente ''Pellegrino'', che riuscì a tradurre il tutto in opere di grandi dimensioni come l'''Annunciazione dei calzolai'' e le portelle per l'organo del Duomo di Udine. Ma è soprattutto nel grande ciclo di affreschi della [[Chiesa di Sant'Antonio Abate (San Daniele del Friuli)|Chiesa di Sant'Antonio abate]] che ''Pellegrino'' lega la propria fama.