Francesco De Sarlo: differenze tra le versioni

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Nel 1900 vince la Cattedra di filosofia teoretica presso il Regio Istituto di studi superiori di [[Firenze]] dove resterà fino al 1933. È in questa città che frequenta i seminari tenuti da [[Franz Brentano]] presso la Biblioteca Filosofica. Nel 1903 fonda a [[Firenze]] ''il Laboratorio di psicologia sperimentale'' che fu inizialmente annesso alla Facoltà di Lettere e Filosofia del regio Istituto di Studi Superiori. Allievi di De Sarlo furono, tra gli altri, [[Antonio Aliotta]] (1881-1964), [[Enzo Bonaventura]] (1891-1948), [[Eustachio Paolo Lamanna]], che sposò sua figlia Edvige, e [[Eugenio Garin]].
 
Il De Sarlo si trova in aperto contrasto rispetto a [[Benedetto Croce]] e [[Giovanni Gentile]] che ritenevano si dovesse separare il metodo della filosofia da quello della scienza. Per De Sarlo, invece, il metodo conoscitivo doveva essere comune in quanto sia il filosofo che lo scienziato si occupavano dello stesso campo d'indagine. Per questo, il l'autore aveva accorpato in un unico metodo quello rigorosamente sperimentale di [[Wilhelm Wundt]] con quello esperienziale di Brentano. Nello stesso anno pubblica, sempre nel capoluogo Toscano, il saggio: "''[[I dati dell'esperienza psichica"]]''.
 
La grossa novità qui introdotta da De Sarlo è il concetto che i fenomeni fisici esistono per noi in quanto diventano fenomeni psichici, contenuto della nostra coscienza. Dunque, l'oggetto di studio della [[psicologia]] doveva essere l' esperienza intenzionale del soggetto. ''L'unica vera esperienza diretta'' è quella ''psichica''. Esperienza interna ed esperienza esterna vanno così a configurarsi come due aspetti della stessa cosa. Dunque, non c'è un'esperienza più vera dell'altra ma nessuna delle due è indipendente dall'altra. È vero, però, che non è possibile dire che l'esperienza psichica di un oggetto dipenda dalla sua esistenza indipendentemente da essa.
 
Per De sarlo è imprescindibile passare dagli oggetti che ci circondano per arrivare a studiare la coscienza. Ci sono "oggetti" che arrivano necessariamente alla nostra coscienza attraverso i nostri organi sensoriali. Questi "oggetti" vengono ordinati, studiati, usati, catalogati sia dal singolo nella sua esperienza quotidiana sia dalle varie scienze che ne approfondiscono lo studio.
Siccome questi "oggetti" sono COMPLESSI'''complessi''', cioè pieni di proprietà, attributi etc., De Sarlo si chiede COME'''come''' accada che queste cose si compongano nella coscienza dell'individuo. Il nostro filosofo stabilisce che ci sono almeno due modi acché questo accada:
1- o l'oggetto equivale pari pari al contenuto della coscienza
2- oppure quello che il soggetto avverte dipende da quale relazione il soggetto stesso è con l'oggetto percepito.
Nel caso 1- De Sarlo parla di "esperienza con carattere statico", nel caso 2 di "esperienza a carattere dinamico".
In entrambi i casi, però, NON'''non''' si può prescindere dal soggetto.
 
La differenza tra esperienza psichica e esperienza pura è ''l<nowiki>'</nowiki>aggiunta del significato ai dati primitivi''.