Antonio Guarco: differenze tra le versioni

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=== Il dogato ===
La bizzarra e inusuale procedura d'elezione inevitabilmente portò, appena due giorni dopo, ai primi malcontenti della piazza e del popolo genovese che comincerà a radunarsi nei principali luoghi di culto e pubblici per decidere un da farsi. Non accettato quindi dalla popolazione, a sostenere il dogato del Guarco, oltre ai guelfi, rimarranno fedeli solo i [[Fregoso]] se pur dilaniati da intestine lotte di potere e di opposizione.
Come i suoi predecessori anche il dogato del Guarco fu relativamente breve a causa delle sempre più lotte intestine e di potere di [[Antoniotto I Adorno]], già doge della Repubblica per ben tre volte. Sarà proprio quest'ultimo a succedere, senza l'uso della forza, ma con abili giochi politici, al potere dogale il [[3 settembre]] del 1394 per la quarta volta e ancora come governatore di [[Genova]] per la corte d'oltralpe di [[Carlo VI di Francia]].
 
A completare il quadro già confuso sarà nuovamente la comparsa della predominante figura di [[Antoniotto I Adorno]] che, partito dal porto di [[Finale Ligure]] con una galea fornitagli dal marchese Carlo Del Carretto, il [[22 agosto]] giungerà a Genova assetato di potere. Qui troverà lo scontro armato con i soldati del doge Antonio Guarco e di suo cognato [[Antonio Montaldo]] che una volta arrestato lo condurranno alla prigionia presso una delle torri della Porta dei Vacca (su suggerimento del Montaldo) in custodia dai Fregoso. Accordi segreti tra l'Adorno, i Fregoso e pure dello stesso Antonio Montaldo porteranno tuttavia poco dopo alla fuga di Antoniotto e ciò provocherà la reazione armata del doge Guarco che, sentendosi tradito su tutti i fronti, il [[30 agosto]] metterà in marcia verso il Castelletto circa 2000 soldati contro i ribelli traditori. L'attacco sarà però fallimentare e lo stesso doge sarà costretto ad asserragliarsi a [[Palazzo Ducale (Genova)|Palazzo Ducale]] inseguito ora dai Montaldo, con in testa suo cognato Antonio.
 
=== Dopo il dogato ===
Nominato doge per la quarta volta Antoniotto I Adorno, l'ex doge Guarco riuscirà comunque a fuggire e a trovare un sicuro riparo a [[Savona]], città che nel giro di pochi giorni convincerà ad aizzarsi contro il potere genovese suggerendo inoltre un atto di dedizione verso il signore di [[Asti]]: il duca [[Luigi di Orléans]]. L'avanzata di Antonio Guarco contro il dogato dell'Adorno si spingerà fino all'Alessandrino, e a [[Lerma (Italia)|Lerma]] in particolare, dove riuscirà ad impadronirsi del locale castello (da poco sotto la giurisdizione genovese) anche grazie all'aiuto di [[Gian Galeazzo Visconti]], suocero del duca francese. E proprio nel castello di Lerma il [[28 febbraio]] del [[1395]] verrà firmata una trattativa con il signore di Milano per la creazione di una "lega anti-Adorno".
 
Abbandonato il castello lermanese per l'assedio perpetrato dalle truppe genovesi nella stessa estate, Antonio Guarco troverà un aiuto ancora da suo cognato Antonio Montaldo che gli offrirà la custodia del castello di Montaldo, presso [[Gavi]]. Anche forte di nuovi fanti e cavalieri inviati dall'alleato duca, procederà ancora nella sua personale guerra contro il doge Antoniotto I Adorno dando vita ad assedi e assalti lungo la [[val Polcevera]] e fino alle porte di Genova con l'intento di sollevare la folla e quindi provocarne la caduta.
 
Nemmeno con la successiva dedizione genovese verso la corona francese, dall'ottobre [[1396]], cessò l'odio di Antonio Guarco verso Antoniotto I Adorno, quest'ultimo lasciate le vesti da doge per indossare quelle da governatore di Genova per conto del re [[Carlo VI di Francia]]. Nel febbraio del [[1397]] assieme al cognato Antonio Murialdo muoverà un nuovo attacco all'Adorno partendo dal [[castello di Ronco Scrivia]], quindi raggiungendo il borgo di Campomorone dove troverà la fiera opposizione delle milizie degli [[Spinola]] e dei [[Fieschi]]. La prigionia dei due durerà comunque pochi giorni in quanto saranno liberati dagli stessi signori feudali, quest'ultimi si vicini alla corona d'oltralpe ma nemici comuni del governatore Adorno.
 
Con la sollevazione dall'incarico dell'Adorno nel marzo 1397, e la nomina del nuovo governatore Vallerano di Lussemburgo (conte di Saint Pol), Antonio Guarco arriverà ad una tregua con l'ex governatore trattando con il secondo la restituzione al Comune di Genova del castello di Montaldo di Gavi in cambio del perdono delle sue scorrerie e di una pensione annuale di 4000 fiorini. L'allontanamento forzato da Genova impostagli scatenerà però dopo pochi mesi, nel [[1398]], la violazione dei patti concordati con il governatore Vallerano tanto che a [[Chiavari]], assieme all'ormai fedele Antonio Murialdo e di Antonio da Cogorno, organizzerà un complotto anti francese. Con l'accusa di tradimento verrà arrestato dal podestà di Genova, ma poco dopo liberato dal governatore regio Pierre Fresnel (vescovo di [[Meaux]]) che gli proporrà la carica di capitano di [[Famagosta]]: di fatto un nuovo allontanamento "per motivi di stato" da Genova. Offeso e scontento, Antonio Guarco mal digerì così tanto l'investitura che appena nominato pretese, e gli fu concessa, un'immediata sospensione a tempo indeterminato dalla carica e un seggio tra le file del Consiglio degli Anziani.
 
Se pur con qualche incertezza, verrà inviato nel luglio 1398 con Antonio Montaldo presso le insorti vallate del genovese con l'intento istituzionale di rappacificare il popolo di quelle terre con il governo francese, ma l'operato dei due fu talmente controverso che a Genova da subito nacquero sospetti su possibili complotti inversi. E la prova fu certa e confermata quando poco dopo non solo il Guarco e il Montaldo non accetteranno di fare ritorno nel capoluogo, ma anzi si faranno promotori di nuove rivolte in diverse parti della città. Per la paura scapperà il governatore Pierre Fresnel, che s'imbarcherà per raggiungere Savona e quindi Asti, lasciando dietro di sè una Genova senza governo, in preda ad una guerra tra fazioni guelfe e ghibelline e nel mezzo di una terribile pestilenza che causò, tra gli altri, la morte del cognato Antonio Montaldo e dell'acerrimo nemico Antoniotto I Adorno.
 
Gli scontri in città proseguiranno anche oltre il [[28 luglio]] 1398, giorno in cui le due fazioni troveranno un'intesa e una tregua, e solamente con la nomina del nuovo governatore Collart de Colleville la situazione tornerà pian piano alla normalità. Nonostante le premesse pacifiche, dal [[1400]] nuovi scontri con relative ripercussioni in città riprenderanno tra le famiglie Guarco-Montaldo e gli Adorno e l'incapacità del governatore di porre un rimedio alla soluzione porteranno i cittadini genovesi ad eleggere Battista Boccanegra (cognato del Guarco dopo lo sposalizio con Benedetta Boccanegra) in sostituzione del governatore francese, elezione popolare che non verrà riconosciuta dal re di Francia e che anzi ordinerà al fuggito Collart de Codeville (riparato a Savona) di riprendere il controllo a Genova. Gli scontri tra famiglie coinvolsero pure la dominazione francese che dovette porre una forte resistenza armata presso il presidiato Castelletto, difesa che inevitabilmente portò alla discesa in campo di altre famiglie genovesi alleati della corona d'oltralpe quali i Fregoso, gli Adorno e pure dei Montaldo. L'accrescere del malcontento popolare e l'isolamento politico portarono il [[21 marzo]] del 1400 alle dimissioni del governatore popolare Battista Boccanegra nonostante le insistenze del cognato e alleato Antonio Guarco. Al suo posto il popolo eleggerà il [[26 marzo]] un altro esponente locale, Battista De Franchi Luxardo, ma pure quest'ultimo non verrà riconosciuto ufficialmente dal re di Francia. Inizialmente Antonio Guarco troverà un seggio come consigliere anziano, ma fu una carica poco dopo estromessa dallo stesso governatore che instaurò in una Genova in preda a guerre di famiglie nobiliari un mandato rigidamente "del popolo".
 
=== Gli ultimi anni ===
In un clima anti-nobiliare, nel [[1401]] lascerà il capoluogo genovese per recarsi stabilmente nella colonia genovese di [[Cipro]] alla corte del re [[Giano di Lusignano]]. Bandito ufficialmente da Genova su decisione del nuovo governatore [[Jean II Le Meingre]], grazie all'appoggio del nuovo alleato cipriota Antonio Guarco si "riprenderà" d'ufficio nel [[1402]] la reggenza sulla città di Famagosta nonostante il diniego impartito da Genova. Nella città cipriota, col titolo di podestà, sarà però artefice di molteplici scorribande lungo le coste della [[Siria]] e ciò provocò un'accesa protesta da parte della [[Repubblica di Venezia]] e del sultanato in [[Egitto]]; e proprio ad [[Alessandria d'Egitto]] si scatenò la reazione maggiore con la confisca, a mo' di ritorsione contro i Genovesi, dei beni dei mercanti cristiani. Il nuovo scontro in oriente, causato esclusivamente dal Guarco, spinse allora il Senato di Genova ad inviare subito una spedizione armata per riportare la calma e quindi la "regolare" sottomissione al governo genovese di Famagosta. Tradito pure dal re di Cipro, non aspettò però lo scontro armato con i soldati genovesi e frettolosamente lascerà l'isola per raggiungere nuovamente l'Italia.
 
Raggiunta [[Pavia]] nel [[1404]] alla corte della signoria di Gian Galeazzo Visconti non esitò da subito ad organizzare, aizzato e pagato dai Veneziani, una possibile rivolta genovese ai danni della corte francese. Qui fu però raggiunto da alcuni sicari assoldati dal governatore Jean II Le Meingre che il [[28 febbraio]] del [[1405]], durante una passeggiata fra le strade della città, assaliranno Antonio Guarco con stiletti avvelenati che lo porteranno alla morte il [[16 marzo]].
 
{{Box successione|carica=[[Dogi della Repubblica di Genova|Doge di Genova]]