Camerata de' Bardi: differenze tra le versioni

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[[Immagine:Palazzo busini-bardi, targa camerata dei bardi.JPG|thumb|250px|Targa che ricorda la camerata dei Bardi su [[palazzo Bardi]] a Firenze]]
Per '''Camerata de' Bardi''' - o '''Camerata Fiorentina''' o, più semplicemente '''Camerata''' - si intende quel gruppo di nobili che nel [[XVI secolo]] si incontravano per discutere - in maniera del tutto informale ma con passione ed impegno - di musica, letteratura, scienza ed arti. È nota per aver elaborato gli [[Stilema|stilemi]] che avrebbero portato alla nascita del melodramma o [[recitar cantando]]. Prende il nome dal conte [[Giovanni Bardi]], nella cui abitazione di [[Firenze]], [[Palazzo Bardi]] in [[Via de' Benci]], si tenevano le riunioni.
 
La prima assise della ''Camerata'' di cui si ha notizia si tenne il [[14 gennaio]] [[1573]]. Non si sa con esattezza chi e quanti furono i partecipanti a quella riunione. Si sa però che del gruppo avrebbero fatto parte da allora in avanti, oltre che il conte Bardi, intellettuali, drammaturghi e musicisti come [[Girolamo Mei]], [[Vincenzo Galilei]] (liutista, padre di [[Galileo Galilei|Galileo]] e confidente del conte), [[Giulio Caccini]], [[Emilio de' Cavalieri]], [[Jacopo Peri]] e [[Ottavio Rinuccini]].
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L'intendimento della ''Camerata'' era principalmente quello di riportare ai fasti di un tempo lo stile drammatico degli antichi greci. Lo sviluppo della tematica portò, in campo musicale, alla elaborazione di uno stile ''recitativo'' in grado di ''[[Cadenza|cadenzare]]'' la parlata corrente ed il canto. Inizialmente questo stile fu applicato a semplici ''[[Monodia|monodie]]'' o ''[[Intermedio|intermedi]]'' per poi essere applicato a forme compositive più articolate. Il conte Bardi e i suoi amici forse non lo sapevano ma stavano edificando il futuro ''[[teatro in musica]]''.
 
Fra i primi a perseguire gli intenti del cenacolo di musicisti fu Galilei con le musiche del canto dantesco del [[Conte Ugolino]], seguito da Giulio Caccini con le ''Nuove Musiche'' ([[1601]]) per voce sola e con l'accompagnamento del [[basso continuo]]. Lo scopo di riportare in auge la [[tragedia]] greca, concretizzato con la ''[[Dafne (opera)|Dafne]]'' di Peri e l'''[[Euridice (Caccini)|Euridice]]'' di Caccini, si risolverà nel rispetto ligio del "recitar cantando" e in una concezione tanto astratta quanto intellettualistica dell'opera.<ref>"Le Muse", De Agostini, Novara, 1964, Vol. III, pag.10</ref>
== Note ==
<references/>