Polo delle Libertà: differenze tra le versioni

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Per la quota maggioritaria della Camera il Polo delle Libertà ottenne 164 seggi, di cui 106 andarono alla Lega e 58 a Forza Italia (compresi 6 radicali); al Senato ottenne 82 seggi, di cui 82 spettanti alla Lega e 20 a Forza Italia (compreso un radicale).
 
Grazie all'appoggio di alcuni senatori a vita, fu formato il [[governo Berlusconi I]], che vedeva la partecipazione di tutti i partiti della coalizione. I radicali, esclusi dal governo per l'opposizione di AN, furono ricompensati con la nomina di [[Emma Bonino]] a [[Commissione europea|commissario europeo]]). L'esecutivo però ebbe vita breve per l'insofferenza della Lega Nord a governare assieme ad Alleanza Nazionale (ritenuta forza assistenzialista e ancora compromessa col fascismo) e i continui attacchi di Umberto Bossi al [[Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana|Presidente del Consiglio]].
Già durante il primo governo Berlusconi, intanto, si era iniziati ad usare l'espressione ''Polo delle Libertà'' per riferirsi a tutta l'area di governo, facendo cadere in disuso l'espressione ''Polo del Buon Governo''. Il centro-destra, quindi, assunse definitivamente il nome di [[Polo per le Libertà]] in occasione delle [[elezioni politiche del 1996]]. Della coalizione facevano parte: