Enrico Martini (patriota): differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Riga 36:
Il Governo Provvisorio e l'allontanamento degli austriaci dalla Lombardia ebbero vita breve: il [[9 agosto]] del 1848, a seguito dell'[[armistizio di Salasco]], terminò negativamente la [[prima guerra d'indipendenza]], ma il rapporto con Carlo Alberto, ormai sempre più stretto, procurò a Martini la cittadinanza piemontese e la nomina a [[Capitano di Fregata]], a [[Commendatore]] dell'[[Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro]] e ad [[Ambasciatore]], incarico per il quale fu inviato presso [[Pio IX]] alla ricerca di un'alleanza.
 
La missione diplomatica fallì e Martini tornò a Torino, dove si diede alla politica interna. Fu eletto [[Deputato]] nella [[IV legislaturaLegislatura del Regno di sardegnaSardegna]] per il collegio di [[Genova]]. Da lì si infittirono anche i rapporti con Cavour, ormai protagonista della politica piemontese.
 
Da Deputato, Martini si occupò di alcuni progetti di riforme. Si segnalò inoltre per la sua spiccata posizione [[Anticlericalismo|anti-clericale]], in particolare per la sua fermezza nel sostenere la confisca dei beni degli [[ordini religiosi]].