Luigi Bardone: differenze tra le versioni

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Fu erudito oratore e scrisse vari trattati di teologia e fu membro insigne di numerose Accademie tra cui l'accademia degli Affidati con il nome "Il remoto" e con il motto "hac venena fugantur".<ref> vedi C. Padiglione, ''I motti delle famiglie italiane'', Napoli 1910' pag. 116.</ref> Per le sue doti fu chiamato prima dal Cardinale Contarini a lavorare con lui a Roma presso il papato (e più volte in Germania) successivamente dal Cardinale Gambara che lo volle a Roma ad affrontare le sfide più ardue sui dogmi del concilio di Trento. La sua storia personale si intreccia proprio con quella del [[Concilio di Trento]].<ref> vedi G. Tenotto, La chiesa pavese e il concilio di Trento, 1880 .</ref> Lavorò a lungo per presentare personalmente i nuovi dogmi del Concilio a Carlo V imperatore in aperto contrasto con Paolo III. Quella del Contarini e del Bardone rappresentava l'ala riformatrice più moderata.
Luigi Bardone lavorò molto alla parte teologica della prima fase del concilio: si occupò di riaffermare il [[simbolo niceno-costantinopolitano]], di fissare i canoni della [[Bibbia|Sacra Scrittura]], di accettare come ufficiale la versione della [[Bibbia]] detta ''[[Vulgata]]''.<ref> vedi Jedin Hubert, "Storia del concilio di Trento", Trento, Marcelliana Edizioni , 2009 .</ref>
Inoltre approfondì nel concilio la dottrina sulla [[giustificazione (teologia)|giustificazione]] e sul [[peccato originale]]. Si adoperò per affermare la dottrina generale dei sette [[sacramenti]], ritenuti istituiti da [[Gesù Cristo]] e efficaci indipendentemente dalla loro esecuzione (''ex opere operato'').<ref> vedi GE. Winkler,Iserloh Il- ConcilioJ. diGlazik Trento- H. Jedin, inRiforma e Controriforma, vol. VI della "Storia della Chiesa cattolica", ed.Jaca PaolineBook, 19891975.</ref> Ebbe un ruolo fondamentale nell'esame critico e teorico sui sacramenti del battesimo e della [[confermazione]].<ref> vedi G. Winkler, Il Concilio di Trento, in Storia della Chiesa cattolica, ed. Paoline, 1989.</ref>
Fino al 1572 fu Parroco di S. Giovanni al Bordo, dal 1573 divenne rettore della parrocchia di S. Maria Nuova ed in tale sede Don Luigi Bardone ebbe un giudizio favorevole da parte di Mons. Peruzzi durante la visita apostolica nella Diocesi di Pavia del 1576.
Lo stemma della famiglia Bardone utilizzato da Luigi Bardone (Leone rosso e giallo con un martello) è stato trovato in una lapide nella chiesa di San Giovanni in Borgo a Pavia, che fu successivamente demolita per ampliare il Collegio Borromeo.