Giustiniano Nicolucci: differenze tra le versioni

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Con l'[[Unificazione d'Italia|Unità]] Nicolucci si candidò e venne eletto [[deputato]] del [[Regno d'Italia]], sedendo sui banchi di [[Montecitorio]] sino al [[1865]], quando perse l'elezione nel collegio di [[Pontecorvo]]. Nel frattempo, però, aveva spostato le sue ricerche anche verso l'[[archeologia]], pubblicando saggi su alcuni ritrovamenti litici nell'[[Italia meridionale]]<ref>Cfr., tra i vari contributi del Nicolucci, i seguenti studi: ''Di alcune armi ed utensili in pietra rinvenuti nelle provincie meridionali dell'Italia e delle popolazioni ne' tempi antestorici della penisola italiana'', Stamp. del Fibreno, Napoli 1863; ''Brevi cenni su gli oggetti preistorici dell'età della pietra rinvenuti nella provincia di Terra di lavoro e conservati nella di lui collezione paleo-etnologia'', s.e., Napoli 1870; ''Nuove scoperte preistoriche nelle provincie napoletane'', Tip. dell'Accademia delle Scienze, Napoli 1876.</ref>. Del resto, le testimonianze archeologiche erano indispensabili per sostenere i suoi esami sui crani e, di conseguenza, l'interpretazione alla base della catalogazione degli esseri umani. In tal senso, tra il [[1867]] e il [[1873]], Nicolucci pubblicò tre importanti studi relativi, rispettivamente, all'antropologia della [[Grecia]], dell'[[Etruria]] e del [[Lazio]], che riscossero ampi consensi<ref>A. Baldi, ''op. cit.'', p. 26.</ref>, senza contare il risalto che ebbe l'aver studiato il cranio di [[Dante]], attraverso il quale l'antropologo [[Isola del Liri|isolano]] ricondusse i caratteri somatici del sommo poeta al ''tipus'' [[Toscana|toscano]], confutando l'asserzione di chi lo voleva [[roma]]no<ref>Cfr. G. Nicolucci, ''Il cranio di Dante Alighieri. Lettera all'illustre antropologo sig. F. Purner-Bey di Parigi'', Stamp. del Fibreno, Napoli 1866.</ref>.
[[Immagine:Gray188.png|thumb|200px|cranio (visuale laterale)]]
Nonostante la notorietà e gli studi condotti, che peraltro gli permisero di tenere il discorso inaugurale (in lingua francese) al primo congresso di Archeologia e Antropologia preistorica svoltosi nel [[1870]] a [[Bologna]]<ref>Cfr. G. Nicolucci, ''L'âge de la pierre dans les provinces napoletaines'', s.e., Bologna 1871.</ref>, nel [[1869]] gli fu preferito [[Paolo Mantegazza]] per la prima cattedra di antropologia istituita in Italia, a [[Università di Firenze|Firenze]]<ref>G. Landucci, ''Mantegazza e Nicolucci'', in ''Alle origini dell'antropologia italiana'', cit., pp. 61-62.</ref>. Nicolucci dovette attendere fino al [[1880]] prima di ottenere l'insegnanento della disciplina, nella pari cattedra istituita presso la Facoltà di medicina e chirurgia di Napoli. Negli anni seguenti, con la fondazione del [[Gabinetto (ufficio)|Gabinetto]] di antropologia ([[1881]]), la cattedra venne trasferita alla Facoltà di Scienze matematiche, fisiche e matematiche, dove lo studioso di Isola del Liri sarebbe rimasto<ref>F.G. Fedele, ''Giustiniano Nicolucci e il sorgere dell'antropologia a Napoli'', in «Antropologia Contemporanea», I (1985), n° 8, pp. 19-29.</ref>. Nella nuova sede, Nicolucci tributò autorevoleautorevoli ricerche ad esponenti del panorama scientifico italiano che vi avevano in precedenza insegnato, fra i quali [[Giuseppe Saverio Poli]] e [[Stefano Delle Chiaie (naturalista)|Stefano Delle Chiaie]]<ref>Cfr. G. Nicolucci, ''Sulla vita e sulle opere di Giuseppe Saverio Poli'', Tip. dell'Accademia delle Scienze, Napoli 1881; Idem, ''Sulla vita e sulle opere di Stefano Delle Chiaie'', Tip. dell'Accademia delle Scienze, Napoli 1882.</ref>.
 
Nel [[1894]] fondò a Napoli, annesso all'Istituto di antropologia, il Museo di Etno-Antropologia<ref>L. Amodio – G. Di Donato, ''Tradizione e strutture scientifiche'', in E. Giustino (a cura di), ''Gli assi portanti, le radici e il domani'', vol. III, Guida, Napoli 1006, pp. 165-167.</ref>, che curò fino alla morte ([[1904]]) e a cui donò una parte della propria collezione<ref>Elementi utili alla catalogazione sono, oltre nel saggio citato ''Brevi cenni su gli oggetti preistorici dell'età della pietra rinvenuti nella provincia di Terra di lavoro'', anche nel ''Catalogo della Collezione di oggetti preistorici dell'età della pietra posseduti da Giustiniano Nicolucci in Isola del Liri'', Tip. Editrice già del Fibreno, Napoli 1877.</ref>, sulla quale più volte scrissero, tra gli altri, Mantegazza e [[Luigi Pigorini]].