Spinello Aretino: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Legobot (discussione | contributi)
m migrazione automatica di 1 collegamenti interwiki a Wikidata, d:q287934
K.Weise (discussione | contributi)
aggiungo opera; + NN
Riga 1:
{{NN|pittura|maggio 2013|Le citazioni dal Vasari e dal Toesca devono essere accompagnate da riferimenti all'opera dei critici ove sono scritte, con indicazione del capitolo o del numero di pagina se ci si riferisce ad un'edizione specifica. Inoltre mancano riferimenti ai commenti: in questo modo sanno di ricerca personale (non ammessa in WP)}}
[[File:Spinello aretino, santo stefano 01.jpg|thumb|200px|''Santo Stefano'', [[Galleria dell'Accademia]], [[Firenze]]]]
[[File:Spinello aretino, trittico della madonna in trono e santi.jpg|thumb|280px|''[[Trittico della Madonna in trono e santi]]'', [[Galleria dell'Accademia]], [[Firenze]]]]
Line 22 ⟶ 23:
 
== Biografia ==
La sua famiglia era originaria di [[Capolona]]. Fu Luca suo padre, orefice raffinato, che si trasferì in Arezzo dove Spinello crebbe "«...tanto inclinato da natura all'essere pittore, che quasi senza maestro, essendo ancor fanciullo, seppe quello che molti esercitati, sotto la disciplina d'ottimi maestri, non sanno"» ([[Giorgio Vasari]]). La sua formazione proviene comunque, oltre che dal fare nella bottega paterna, tramite [[Jacopo del Casentino]] (di cui fu discepolo), da [[Taddeo Gaddi]], uno dei principali seguaci di Giotto.
 
Senza alcun dubbio fu un sentimento di amor patrio, un desiderio campanilistico di esaltare la città natia, che spinse il Vasari a dedicare una lunga biografia all’aretino Spinello, il quale avrebbe, a suo dire, “paragonato«...paragonato Giotto nel disegno ed avanzatolo di gran lunga nel colorito”colorito»; strano che proprio con questa premessa, una volta davanti al più alto raggiungimento del prediletto pittore, gli affreschi nella [[chiesa del Carmine (Firenze)|chiesa del Carmine]], il Vasari non sapesse far di meglio che assegnarli a Giotto stesso.
 
A Firenze lavorò accanto al suo maestro nella [[chiesa del Carmine (Firenze)|chiesa del Carmine]] e in quella di [[chiesa di Santa Maria Novella|Santa Maria Novella]], mentre tra il [[1360]] ed il [[1384]] fu attivo soprattutto ad Arezzo, dove istoriò molti cicli pittorici ad affresco, oggi quasi tutti perduti. Resta la ''Crocifissione'' nel [[Duomo di Arezzo]], vicina allo stile dell'Orcagna.
Line 30 ⟶ 31:
Nel [[1384]] dopo il sacco della città tornò a Firenze, dove ebbe l'importante commissione delle ''Storie di [[San Benedetto]]'' nella [[sagrestia di San Miniato al Monte]] a [[Firenze]] (dipinte verso il [[1387]]-[[1388]]), dove la composizione è giottesca, mentre la brillantezza dei colori riflette più l'arte contemporanea senese. Al [[1390]] circa risale il frammentario ''[[Matrimonio mistico di Santa Caterina d'Alessandria tra santi]]'' nella [[basilica di Santa Trinita]] a [[Firenze]]. Nel [[1391]]-[[1392]] dipinse sei affreschi, ancora esistenti, sul muro sud del [[Camposanto monumentale|Camposanto di Pisa]] con i ''Miracoli dei Santi Potito ed Efeso'', per i quali ricevette un compenso di 270 monete d'[[oro]]. A quegli anni risale anche il ''[[Trittico della Madonna in trono e santi]]'' della [[Galleria dell'Accademia]], mentre del decennio successivo è il ''[[Santo Stefano (Spinello Aretino)|Santo Stefano]]'' nello stesso museo.
“Nei«Nei suoi ultimi anni lo Spinello addolcì alquanto il colorito ed il rilievo, risentendo di altre tendenze che gli premevano intorno.» (Toesca)
Nella ''Storia di papa Alessandro III'', nel [[Palazzo Pubblico di Siena]] ([[1407]]-[[1408]]) dimostrò una vivace qualità narrativa nelle parti autografe, testimoniando la notevole maturità artistica nell'ultimo periodo della sua carriera o forse anche per l’in­fluenza dello spiritato ed estroso figlio [[Parri Spinelli]] che vi collaborò. Le storie sono una rappresentazione del contributo del pontefice nella guerra di [[Federico Barbarossa]] contro i Comuni italiani.
 
Ma la cronologia spinelliana, ad onta delle numerose opere datate, è oltremodo incerta, e ciò non deve sorprendere in un pittore in cui le oscillazioni qualitative sono soprattutto in rela­zione all’importanza della commissione e che rimane, per tutto l’arco della sua attività, sempre fedele al medesimo ideale di aristocratica contenutezza, ad un mondo che già prelude a quello gelido ed astratto di Lorenzo Monaco, in cui si muovono paggi di un’eleganzaun'eleganza composta, damigelle dolcemente raccolte, e dove anche i cavalieri nella mischia impugnano mollemente gli spadoni e gli assistenti ai miracoli stupiscono con moderazione e con gesti falcati.
 
"«In Santo Agostino d’Arezzo gli fu dato sepoltura, dove ancora oggi si vede una lapida con un’arme fatta a suo capriccio, dentrovi uno spinoso"» (Vasari). Epitaffio: <small>"«SPINELLO ARRETINO PATRI OPT<IMO> PICTORIQVE SVAE AETATIS NOBILISS<IMO> CVIVS OPERA ET IPSI ET PATRIAE MAXIMO ORNAMENTO FVERVNT PII FILII NON SINE LACRIMIS POSS<VERVNT>."»</small>
 
== Opere ==
* ''Annunciazione'', all'esterno della [[Chiesa della Santissima Annunziata (Arezzo)|chiesa della Santissima Annunziata]], [[Arezzo]]
* ''Annunciazione'', cappella destra della [[Chiesa di San Domenico (Arezzo)|Chiesa di San Domenico]] ad Arezzo
* ''Polittico con la Madonna col Bambino e santi'', Museo Diocesano di [[Arezzo]]
* ''[[Sagrestia di San Miniato al Monte|Storie di san Benedetto]]'', 1387-1388, sagrestia di [[San Miniato al Monte]], Firenze
* ''Storie di papa Alessandro III'', [[Palazzo comunale (Siena)|Palazzo comunale]], [[Siena]]
* ''[[Matrimonio mistico di santa Caterina d'Alessandria tra santi]], [[basilica di Santa Trinita]], [[Firenze]]
* ''[[Santo Stefano (Spinello Aretino)|Santo Stefano]]'', [[Galleria dell'Accademia]], [[Firenze]]
* ''[[Trittico della Madonna in trono e santi]]'', [[Galleria dell'Accademia]], [[Firenze]]
 
==Bibliografia==