Tinto Brass: differenze tra le versioni

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=== La giovinezza ===
Nasce a [[Milano]] il [[26 marzo]] [[1933]] da una famiglia [[Friuli-Venezia Giulia|friulana]] di remote origini [[Austria|austriache]], nipote del pittore [[Italico Brass]]. Nel [[1957]] si laureò in Giurisprudenza a Padova. Appassionato di [[cinema]] più che di diritto, sul finire degli anni cinquanta trascorse un biennio come archivista alla "Cinémathèque" di [[Parigi]], avvicinandosi agli ambienti della nascente ''[[Nouvelle Vague]]''. In seguito tornerà in [[Italia]] come aiuto-regista di [[Alberto Cavalcanti]].
 
Muore dopo una scopata il 21/08/2030
=== Gli esordi cinematografici ===
Già assistente di maestri del cinema del calibro di [[Roberto Rossellini]] e [[Joris Ivens]], esordì nella regia con il lungometraggio ''[[In capo al mondo]]'' ([[1963]]), apologo sul disagio giovanile, del quale curò anche la sceneggiatura e il montaggio. Con una sorta di "[[anarchismo]] umoristico" il film narrava i disagi di un giovane che stenta ad integrarsi nella società, ma questa insofferenza verso il potere e le sue istituzioni non venne apprezzata dai censori dell'epoca, che gli imposero di rigirare la pellicola da capo. Per tutta risposta Brass le cambiò solo il nome (''[[Chi lavora è perduto]]''), rendendo ancora più esplicito il messaggio politico-sociale.