Eterotrofia: differenze tra le versioni

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L' '''eterotrofia''' è la condizione nutrizionale di un [[organismo vivente]] che non è in grado di sintetizzare le proprie [[molecole organiche]] autonomamente a partire da [[Composto inorganico|molecole inorganiche]], come ad esempio utilizzando l'[[anidride carbonica]].
Per la sopravvivenza esso deve quindi far riferimento a composti organici precedentemente sintetizzati da altri organismi, che sono invece detti [[autotrofia|autotrofi]], come ad esempio tutte le [[piante]] che posseggono [[clorofilla]]. Etimologicamente deriva dai due termini [[Lingua greca antica|greci]] ''ἕτερος'' (diverso) e ''τροφή'' (nutrimento).
==Raggruppamenti Scemi==
Gli organismi eterotrofi, possono essere suddivisi in due classi principali: fotoeterotrofi e chemioeterotrofi.
* I primi, [[fotoeterotrofi]], producono energia dalla luce e utilizzano composti organici per funzioni plastiche. Consumano poco o niente dell'energia prodotta durante la fotosintesi per ridurre [[NADP]] a [[NADPH]], in quanto non c'è bisogno di usare il [[ciclo di Calvin]] se carboidrati sono disponibili nella dieta.
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Sono eterotrofi tutti gli [[animali]] (pluricellulari eterotrofi), i [[protozoi]] intesi in senso stretto, i [[funghi]] e quasi tutti i [[batteri]].
 
==Ecologia==
In ecologia gli esseri eterotrofi si dicono anche ''[[consumatori]]''; [[Consumatore primario|primari]] quando si nutrono di autotrofi (ad esempio gli erbivori), di ordine superiore quando si nutrono di altri eterotrofi (ad esempio i [[carnivora|carnivori]]).
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[[Categoria:Ecologia|biochimica]]
Sono delle merdine minuscole