Assedio di Buda (1686): differenze tra le versioni

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== Sviluppo e conclusione delle operazioni ==
[[File:BelagerungOfen2.jpg|miniatura|centro|300px|Pianta dell'assedio di Buda 1686 (scala 1:10.000)]]
L'assedio ebbe inizio a metà giugno. A metà agosto un esercito di rinforzo turco al comando di [[Sarı Süleyman Pascià]] si presentò davanti a [[Buda]] ma il comandante turco temeva lo scontro contro l'armata assediante. e quindi questaQuest'ultima riuscì quindi il [[2 settembre]] [[1686]] a conquistare la città fortificata.
Durante l'assalto finale furono i [[Dragone|dragoni]] del principe [[Eugenio di Savoia]]<ref>Il principe era titolare del reggimento di dragoni che prese da lui il nome di ''Dragoni di Savoia'' ed era già appartenuto al fratello di lui, Luigi Giulio, che al suo comando fu ferito combattendo contro i turchi a Petronel[[Petronell-Carnuntum|Petronell]] il 7 luglio 1683 e morì per le ferite riportate una settimana dopo.</ref> a coprire le spalle all'esercito imperiale dai possibili attacchi dell'esercito turco di AbdurrahmanSarı AbdiSüleyman Pascià<ref>Che, per altro, perì in combattimento</ref>.
 
=== Le violenze contro gli abitanti ===
Dopo che la città fu espugnata l'odio e la collera dei soldati dell'esercito vittorioso si scaricarono sugli odiati “infedeli”. La minaccia turca, che nella coscienza dell'[[Europa]] di allora per secoli si era radicata, la collera diffusa nel continente per le atrocità dei turchi perpetrate contro le popolazioni civili e ravvivata anche dall'odio religioso si scaricarono ora sugli occupanti e sugli abitanti di Buda.<ref>''Buda fu conquistata ed abbandonata al saccheggio. I soldati si lasciarono andare ad innumerevoli eccessi. Contro i turchi, la cui lunga ed ostinata resistenza era costata una così gran quantità di vite di loro camerati, si scagliarono i vincitori senza riguardo né all'età né al sesso. Il principe elettore di Baviera ed il duca di Lorena, commossi dai gemiti degli uomini che venivano uccisi e da quelli delle donne violentate, impartirono ordini severi riuscendo ancora a salvare più di 2.000 vittime potenziali.'' (così Ernst Trost, ''Prinz Eugen von Savoyen'', Wien - München, 1985)</ref>