Jack Ruby: differenze tra le versioni

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La vita di Ruby prende una piega inaspettata nel tragico fine settimana di [[Dallas]] del [[Assassinio di John F. Kennedy|22 novembre del 1963]]. Ruby è nella redazione del [[Dallas Morning News]], sta dettando una pubblicità per il suo locale quando [[John Fitzgerald Kennedy|Kennedy]], alle 12 e 30 minuti, viene ucciso e la notizia piomba come un masso nella stanza. Jack è triste: chiama la sorella, decide di non aprire il locale quella sera e (anche se non vi è certezza su questo aspetto) si precipita al [[Parkland Hospital]]{{citazione necessaria}} per capire cosa sia successo o, come molti suoi conoscenti in seguito racconteranno, perché non sapeva stare lontano dall'azione, dai luoghi in cui capitava qualcosa.
 
Due sorelle di Ruby hanno spesso ricordato la sua angoscia per l'uccisione di [[John Kennedy|JFK]]: Ruby straparla, piange, maledice [[Lee Harvey Oswald|Oswald]] e glorifica il presidente e la povera moglie [[Jacqueline Kennedy Onassis|Jacqueline]]; ricorda l'annuncio letto sul quotidiano Dallas Morning News - che insultava pesantemente JFK - e teme che la colpa dell'omicidio venga fatta ricadere sugli ebrei. Va quindi alla stazione di polizia, si intrufola tra i giornalisti, dà consigli ai reporter e li rifocilla con una scorta di panini, racconta a tutti il suo strazio per quanto è successo e per le conseguenze che, secondo lui, il gesto di Oswald avrà sulla comunità ebreaebraica.
 
Durante un'intervista al giudice [[Henry Menasco Wade|Henry Wade]], che aveva appena incriminato Lee Harvey Oswald, interviene brevemente, senza alcun titolo, per correggere il nome del [[Fair Play for Cuba Committee|comitato pro-Castro]] cui apparteneva Oswald. Non ha alcuna ragione per stare lì, tra reporter e cameraman, ma tutti i poliziotti lo conoscevano bene e il caos in Centrale era giunto a livelli inimmaginabili{{citazione necessaria}}. Ruby è libero di girovagare per gli uffici senza essere fermato, come decine di altre persone.