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Esercitò una politica intesa a preservare l'integrità della Repubblica insidiata contemporaneamente dalla nobiltà guelfa dei [[Fieschi]], che nel Levante ligure cercavano d'instaurare una propria Signoria, e dei [[Grimaldi (famiglia)|Grimaldi]] che avevano usurpato terre nel Ponente ligure.
<br>Contro [[Nicolò Fieschi]] mosse personalmente espugnandone nel [[1273]] la capitale [[La Spezia]], mentre nello stesso tempo inviò vittoriosamente il fratello [[Jacopo D'Oria|Jacopo]] contro i [[Grimaldi]].
 
Al tempo stesso condusse una condotta di prudente contenimento nei confronti della politica aggressiva del francese [[Carlo I d'Angiò|Carlo d'Angiò]], potente re di Sicilia e di Napoli, che ugualmente insidiava le libertà di Genova.
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Nel [[1285]] rinunciò volontariamente ed in anticipo rispetto alla scadenza del patto di diarchia (che doveva avere una durata ventennale), ma mantenne l'autorevolezza che gli derivava dai lunghi anni di governo. Così fu che, il [[15 aprile]] [[1288]], nella sua residenza fu firmata la pace, a condizioni durissime, imposta a Pisa.
Morì nell'anno [[1295]].
 
==Bibliografia==