Campo (Venezia): differenze tra le versioni

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[[Immagine: Venice - Well in the Campo S. Stefano.jpg|thumb|400px|right|Campo Santo Stefano con vera da pozzo]]
 
Il '''campo''' nell'[[urbanistica]] [[venezia]]na indica uno spazio aperto attorniato da [[Edificio|edifici]]. Nella tradizione [[medioevo|medioevale]], il termine ''campo'' era diffuso in tutta [[Italia]], ma ne rimangono oggi solo pochi esempi ([[Campo de' Fiori]] a [[Roma]], [[Piazza del Campo]] a [[Siena]]) mentre quasi ovunque è stato sostituito dalla parola ''[[piazza]]''.
 
== Significato urbanistico del campo ==
 
A [[Venezia]] l'unica piazza a denominarsi come tale è [[Piazza San Marco]]: tutti gli altri spazi aperti sono chiamati ''campi'' oppure ''[[Campiello (Venezia)|campielli]]'', quando ci si riferisce agli spiazzi più piccoli circondati da case. Il nome deriva dal fatto che nei tempi più antichi tali spazi erano dei veri e propri [[Prato (agricoltura)|prati]] per ricavare pascolo o coltivati a [[Orto (agricoltura)|orto]] oppure, in alcuni casi, anche utilizzati come [[Cimitero|cimiteri]] (come per esempio l'attuale [[Campo Sant'Angelo]]).
 
In seguito i campi vennero [[Pavimentazione|pavimentati]], dapprima in [[cotto (materiale)|cotto]], con mattoni disposti a spina di pesce o a campiture delimitate da riquadri realizzati in [[pietra d'Istria]]; successivamente le pavimentazioni in cotto vennero via via quasi dappertutto sostituite con i cosiddetti ''masegni'', lastre di [[Trachite euganea|trachite]] di forma rettangolare in superficie, ma trapezoidali al disotto per ancorarsi profondamente nel terreno.
 
== Significato sociale del campo ==
Venezia, nata come città policentrica da un gruppo di isole a sé stanti, vedeva svolgersi intorno al campo la vita sociale, commerciale e religiosa. Sul campo gravitavano le numerose attività quotidiane: il mercato, le botteghe di artigiani, la chiesa con le funzioni religiose e il suo [[cimitero]], i giochi dei bambini e il rifornimento d'acqua. I campi e molti campielli possiedono infatti, il più delle volte al centro, uno o più [[pozzo (Venezia)|pozzi]] con la caratteristica ''[[Vera da pozzo|vera]]'', che in passato erano le uniche fonti di approvvigionamento idrico della città, attraverso il filtraggio dell'acqua piovana.
 
I campi più grandi, per la loro estensione, diventavano talvolta luogo di manifestazioni all'aperto, come cerimonie religiose, corse di tori, spettacoli circensi, processioni, tornei, discorsi di grandi predicatori. La progressiva centralizzazione dei servizi cittadini cominciò a indebolire la funzione del campo come centro di aggregazione, finché le cerimonie sacre e gli altri eventi spettacolari che per secoli si erano tenute nei campi non vennero a poco a poco proibiti. A decretare la fine della funzione comunitaria del campo fu forse l'arrivo a Venezia, nel giugno [[1884]], dell'[[acquedotto]] e la conseguente chiusura definitiva dei pozzi.
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Tra i campi principali per dimensioni o importanza sociale o urbanistica vi sono:
 
* [[Campo San Polo]];
* [[Campo Santa Margherita]];