Erodiano: differenze tra le versioni

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*VIII, [[Pupieno]] e [[Balbino]].
 
Erodiano si vanta di aver utilizzato principalmente fonti verbali, esperienze dirette e testimoni oculari, ma nell'opera sono a volte evidenti dei riferimenti a fonti letterarie, intra particolarecui acertamente la ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]'' di [[Dione Cassio]]. Egli è anche l'unico storico che attraverso alcuni scritti ci informa verso la metà del terzo secolo di un bandito di nome Materno, interessante poiché rari sono gli scrittori che si dedicano alle persone del popolo. La sua narrazione riesce quasi sempre piatta e priva di vigore.
 
Dal momento che Erodiano narra fatti di cui dice di essere stato testimone nel corso della sua vita, è verosimile pensare che si accinse al suo lavoro dopo il [[238]], quando doveva avere un'età press'a poco di 70 anni. Non dovette basarsi solo su fonti orali, ma anche su documenti scritti, tra cui certamente la ''[[Storia romana (Cassio Dione)|Storia romana]]'' di [[Dione Cassio]].
 
L'opera fu tradotta in [[lingua latina|latino]] da [[Angelo Poliziano]] nel [[1493]].