Giovanni Francesco Sagredo: differenze tra le versioni

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Sagredo intervenne spesso a favore di Galileo raccomandando ai Riformatori dello Studio di Padova che gli aumentassero lo stipendio, garantì i prestiti che aveva chiesto per la dote delle sorelle e ospitò il suo amico nei suoi possedimenti in Cadore e nel suo palazzo veneziano per assistere a feste e regate e lo invitò nella città fortificata di Palmanova dove aveva l'incarico di tesoriere (1605-1607).
 
Dopo essere rientrato dalla Siria dove era stato inviato come console dal governo veneziano, seppe che Galilei era andato a Firenze come Primario Matematico e Filosofo del Granduca di Toscana. Sagredo, mosso da tristi presentimenti, scrisse il 13 agosto 1611 all'amico che era rimasto molto dispiaciuto che avesse rinunciato alla protezione della repubblica veneziana trasferendosi a Firenze e lo avvertiva di stare attento al «tempestoso mare della Corte» fiorentina e ai «furiosi venti della emulatione» <ref>Boris G. Kuznecov, ''Galileo'', Edizioni Dedalo, 1979 p.163</ref>
 
I due amici continuarono a scriversi discutendo di fisica, di morale e dandosi reciproci consigli e inviandosi doni sino al 1620 quando Sagredo morì .