Vespri nizzardi: differenze tra le versioni

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Dopo i Vespri nizzardi del 1871 furono allontanati da Nizza gli ultimi irriducibili [[irredentismo|irredentisti]] che appoggiarono il [[Risorgimento]] italiano, completando l'[[esodo nizzardo]]. Il più illustre era [[Luciano Mereu]], che fu espulso da Nizza con altri tre rinomati nizzardi garibaldini: Adriano Gilli, Carlo Perino, e Alberto Cougnet<ref>Lettera di Alberto Cougnet a Giuseppe Garibaldi, Genova, 7 dicembre 1867, Archivio Garibaldi, Milano, C 2582</ref>. Anche il famoso scrittore e critico d'arte [[Giuseppe Bres]] (autore di ''Notizie intorno ai pittori nicesi Giovanni Miraglietti, Ludovico Brea e Bartolomeo Bensa'' e de ''L'arte nell'estrema Liguria occidentale'') fu esiliato dai francesi per alcuni anni a causa della sua partecipazione ai Vespri nizzardi.
 
Successivamente e fino alla fine del secolo, oltre all'espulsione di vari cittadini di Nizza moderatamente favorevoli all'Italia ed al suo [[Risorgimento]], si ebbe un rafforzamento del processo di francesizzazione in tutta la ex [[Provincia di Nizza (1859)|provincia di Nizza]] sabauda, con la chiusura di tutti i giornali in lingua italiana (come la rinomata ''[[La Voce di Nizza]]'') e con la completa [[Francesizzazione dei toponimi dei comuni del Nizzardo|francesizzazione dei toponimi del Nizzardo]].
 
La storia dei Vespri nizzardi del 1871 venne raccontata da [[Enrico Sappia]] nel suo libro ''Nizza contemporanea'', pubblicato a [[Londra]] e bandito in Francia.<ref>[http://www.dailymotion.com/video/xf4u4n_nizza-terra-garibaldina_news Video con riferimenti ai Vespri nizzardi ed Enrico Sappia]</ref>