Franz Joseph Gall: differenze tra le versioni

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Gall notò che la maggior parte dei criminali, da lui stesso esaminati, aveva avuto un'infanzia difficile, caratterizzata in particolare da povertà, da mancanza di educazione e di un ambiente morale corretto; tutto questo sicuramente influì sulla loro crescita e formazione, specialmente quella morale e psichica. Inoltre Gall cercò sempre di far valere le sue opinioni anche in ambito sociale; infatti sostenne sempre che un criminale non deve essere considerato un'entità astratta, ma una persona concreta, reale, capace di agire e quindi le sue azioni, i suoi singoli atti, devono essere valutati proprio in base alla natura degli individui stessi. In questo modo veniva rivalutato anche il significato e il ruolo delle prigioni stesse: non più luoghi di reclusione, ma vere "case di correzione", ambienti che tentassero il più possibile di correggere appunto quel difetto che tanto preoccupava la società della quale faceva parte il colpevole.
Certamente la sua idea più rivoluzionaria era quella secondo cui in ogni uomo c'è un potenziale delinquente, nessun escluso; questo perché secondo Gall due delle cause più frequenti di crimine sono, come si è già detto, la scarsa educazione, per cui spesso molti uomini ignorano quale sia il comportamento più corretto proposto e voluto dalla società, e la necessità: un individuo che, per esempio, non ha cibo o soldi è portato quasi necessariamntenecessariamente a rubare. Ovviamente quest'ultimo comportamento non verrà mai riconosciuto come "lecito" da quella parte della società benestante, che, quindi, non tollera e non ammette questo tipo di inclinazione, non lo capisce perché non ha mai avuto il modo di sperimentarlo.
Quanto appena elaborato permette di affermare che i suoi studi influenzarono profondamente le ricerche successive sulla morfologia cerebrale, fornendo una delle basi dell’antropologia patologica criminale sviluppata in Italia da [[Cesare Lombroso]] e in [[Francia]] da [[Alexandre Lacassagne]].