Pescarenico: differenze tra le versioni

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{{quote|È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell'Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare.|[[Alessandro Manzoni]], ''[[I promessi sposi]]'', cap. 4}}
{{Quartiere
{{Divisione amministrativa
|NomenomeQuartiere = Pescarenico
|Panoramaimmagine = Lecco, Pescarenico.jpg
|Nome ufficiale=
|Didascaliadidascalia = Veduta della frazione
|Panorama= Lecco, Pescarenico.jpg
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|Didascalia=Veduta della frazione
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|Divisioneregione amm= grado 1=Lombardia
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==Storia==
Nel [[secolo XVII]] costituiva un villaggio ai cui abitanti era concesso il diritto di pesca nel tratto fluviale prospiciente il paese, ricco in fauna ittica. Le barche dei pescatori venivano tirate a secco nell'approdo vicino piazza Era, che era la piazza del quartiere.<ref>[http://www.lakecomo.it/territorio/luoghi_interesse/rione_di_pescarenico rione di Pescarenico]</ref>
{{dx|[[File:Campaniletto e campanile di Pescarenico.JPG|thumb|left|Caratteristico campaniletto triangolare della chiesa di Pescarenico, al fianco del convento.]]}}
Nel 1576 alla presenza del governatore spagnolo Mendoza, cavaliere di Sant'Jago e governatore della piana di Lecco, venne costruito un convento di cappuccini per adempiere ad una loro richiesta di avere un convento i loro conventi di [[Bergamo]], [[Domaso]] e [[Como]], secondo gli storici [[Luigi Gualtieri|L. Gualtieri di Brenna]] e [[Cesare Cantù]] il governatore in persona «...andò in giro col bacile a raccogliere limosine per quell'edilìzio. E si perpetuò l'usanza che ogni anno le parrocchie del Territorio, alle rogazioni e a san Francesco, venisser processionalmente al convento a far un'offerta, e udire la messa cantata dal prevosto di Lecco; finché uno di questi, che poco se la dicea coi frati, interruppe la consuetudine».<ref>L. Gualtieri di Brenna, Cesare Cantù, ''Grande illustrazione del Lombardo-Veneto: ossia, Storia delle città, dei borghi, comuni, castelli'', Volume 3, Società editrice A. Tranquillo Ronchi, 1858, p. 975</ref>
Questo convento venne danneggiato da un terremoto, senza esserne distrutto, la notte del 12 giugno 1646, secondo l'elenco dei terremoti storici compilato da Mercalli (1888).<ref>{{en}} Julien Fréchet, Mustapha Meghraoui, Massimiliano Stucchi, ''Historical Seismology: Interdisciplinary Studies of Past and Recent Earthquakes'', Springer, 2008, p. 109</ref> Accanto al convento venne eretta [[chiesa dei Santi Materno e Lucia|la chiesa conventuale]], dedicata, come il convento, a [[Francesco d'Assisi|San Francesco]]. Il complesso venne affidato ai frati [[francescani]], i quali lo adibirono ad alloggio per i confratelli provenienti da [[Bergamo]] che si recavano a [[Como]] o [[Domaso]]. Nel 1810 il convento fu soppresso per volere di [[Napoleone Bonaparte]] e la chiesa venne riattata, specie nella facciata, attribuita all'architetto Giuseppe Bovara, e dedicata a San Materno, associato più tardi a Lucia, presumibilmente in omaggio al Manzoni.
 
==Luogo manzoniano==
[[File:Artgate Fondazione Cariplo - Induno Gerolamo, Pescarenico.jpg|300px|thumb|leftright|[[Gerolamo Induno]] veduta di Pescarenico]]
È l'unico luogo di Lecco [[Luoghi manzoniani|citato esplicitamente]] da [[Alessandro Manzoni]] nei [[Promessi Sposi]]. A Pescarenico lo scrittore ubicò il convento dei [[Cappuccini]] in cui vivevano [[Fra Cristoforo]] e [[fra Galdino]] e da questo paesino, nella vicinanza della foce del [[Bione (torrente)|Bione]] (un piccolo torrente che scorre in zona finendo nell'Adda) si allontanerà in barca [[Lucia Mondella|Lucia]] per fuggire dalle mire di [[Don Rodrigo]].