Roberto d'Oderisio: differenze tra le versioni

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Altre opere assegnate a lui dalla critica d'arte potrebbero appartenere a suoi allievi o altri pittori coevi: in particolare il bellissimo dittico con ''Madonna e Cristo dolente'' e ''San Giovanni e la Maddalena'' (rispettivamente a Londra e a New York) è ancora di controversa attribuzione.
 
Da un documento recentemente riesaminato e interpretato - un rogito contenuto nel ''Codex Diplomaticus Cajetanus'', la Pergamena di proprietà Tatta, Carta DXV Bis, 1368 (sic ma 1365) - emerge che al Magistro Roberto da Napoli venne commissionato il decoro in affresco della tribuna e controtribuna della chiesa di Sant'Angelo in [[Itri]], voluta dai primiceri e dalla regina di Napoli [[Giovanna I di Napoli|Giovanna I]]. Il Magistro Roberto da Napoli sarebbe stato un capo bottega e avrebbe operato nelle chiese dei feudi della Contea di Fondi, al servizio dei Caetani di Anagni. Attraverso lo studio del contesto storico-artistico e nei confronti iconografici stilistici, si rileva che gli stilemi dell’Oderisio della tavola della Crocifissione di Eboli si ripropongono nell’affresco trecentesco con la ''Crocifissione'' del registro superiore collocato sulla controfacciata della ColleggiataCollegiata di San Michele Arcangelo di Itri e nelle chiese del feudo di [[Traetto]], ovvero negli affreschi trecenteschi della Cattedrale di San Pietro Apostolo, della chiesa di San Francesco e nella chiesa dell’Annunziata<ref>Antonio Pertruccelli, ''Roberto d’Oderisio''</ref>.
 
Roberto di Odorisio risulta infine documentato il 1º febbraio [[1382]], quando re [[Carlo III di Napoli|Carlo III di Durazzo]] lo nomina (o lo conferma<ref>F. Bologna, 1969</ref>) suo familiare ospite nella reggia e proto pittore di corte (''et de regio hospitio et in magistrum pictorem regium'') con lo stipendio di trenta once annue. Probabilmente morì negli anni ottanta del secolo.